Spoleto, una sala del museo diocesano dedicata al laboratorio di restauro

SPOLETO – La sala Barberini del museo diocesano di Spoleto trasformata in laboratorio di restauro delle opere d’arte ferite dal terremoto. L’idea è nata dal dialogo tra l’arcivescovo Renato Boccardo ed Emanuela D’Abbraccio, restauratrice di Norcia con collaborazioni in tutta Italia e incarichi anche ai Musei vaticani, la casa della quale è irrecuperabile in seguito al sisma. Ora vive con la sua famiglia in una casetta di legno acquistata a proprie spese e posizionata in un terreno di proprietà.

“Il laboratorio di restauro delle opere d’arte ferite dai terremoti avviato da Emanuela D’Abbraccio nel Museo Diocesano di Spoleto – afferma l’arcivescovo Boccardo – è un ulteriore segno di speranza per questi nostri territori duramente provati dal sisma e quanto prima desiderosi di tornare alla normalità”.
A Norcia D’Abbraccio aveva un laboratorio di restauro sotto la sacrestia della concattedrale di Santa Maria, crollata quasi per intero. Al momento del terremoto stava restaurando, tra l’altro, due altari laterali e una tavola nella Basilica di S. Benedetto e una tela nella chiesa di S. Agostino.

Senza casa, senza laboratorio, senza lavoro, sottolinea la diocesi in una nota. “Poi un giorno – racconta la restauratrice – la proposta di mons. Boccardo di proseguire la mia attività all’interno del Museo diocesano di Spoleto, riportando così al loro antico splendore alcune opere d’arte lesionate dal terremoto e permettendo ai tanti visitatori di seguire in diretta il restauro. Ho accettato con entusiasmo e ringrazio il Vescovo e l’Ufficio beni culturali della Diocesi per questa opportunità: è solo uno dei tanti segni di prossimità che la Chiesa di Spoleto-Norcia riserva a noi terremotati”. D’Abbraccio al momento sta restaurando, previa autorizzazione della Sovrintendenza e con i finanziamenti giunti dal museo diocesano di Padova, una tela del ‘600 raffigurante la Madonna con Bambino tra Santi del pittore fiorentino Anastasio Fontebuoni, estratta dopo il terremoto del 30 ottobre dalle macerie della chiesa di S. Agostino a Norcia. Sono in programma, poi, interventi sul Cristo parlante del ‘400 che si trovava nella concattedrale di Santa Maria (finanziato dall’associazione “L’arte rinasce dall’arte” di Oristano) e quello della tavola del 1561 raffigurante la Resurrezione di Lazzaro di Michelangelo Carducci nella basilica di S. Benedetto (finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto).

Il laboratorio è stato visitato, in occasione del recente Festival dei 2 Mondi di Spoleto da Fabrizio Curcio, capo della Protezione Civile.

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