Tagli Enel in Umbria, in seconda commissione il grido d’allarme dei sindacati

Il piano di ristrutturazione dell’Enel che in Umbria porterebbe a ridurre da 3 a 1 le “Zone” e da 7 a 4 le “unità operative”, con la perdita dell’ufficio di coordinamento di Perugia, è “approdato” in consiglio regionale. Questa mattina la seconda commissione ha ascoltato questa mattina i rappresentanti di Flai Cisl, Uiltec Uil e Filctem Cgil, Maurizio Ottaviani, Doriana Gramaccioni e
Andrea Calzoni. “Esiste – hanno denunciato i sindacati – il rischio di assistere ad un progressivo smantellamento delle strutture regionali di distribuzione e produzione”.

Ottaviani, Gramaccioni e Calzoni hanno spiegato che l’impatto dei tagli legati alla ristrutturazione nazionale che Enel sta portando avanti sarebbero particolarmente pesanti per l’Umbria, a fronte di territori analoghi per numero di utenze che invece riescono a conservare strutture e centri decisionali.

Solo altre due regioni, Molise e Basilicata, vedrebbero una unificazione delle ‘Zone’ attuali, a fronte però di utenze di dimensioni molto più ridotte di quelle umbre. La ‘Zona Umbria’ andrebbe ad assommare 470 mila utenze (a fronte di regioni limitrofe in cui le Zone si fermano a 240 mila) pur in presenza di una rete molto estesa e ramificata in territori montani e marginali.

Entro la fine del 2014 Enel, utilizzando l’articolo 4 della ‘Legge Fornero’ ridurrà il personale umbro di 100 unità, 25 soltanto delle quali verranno rimpiazzate. Questo comporterà un presidio del territorio diverso dall’attuale e anche meno efficace mentre i rapporti con Regione e Protezione civile umbra saranno gestiti da un ufficio dislocato a Firenze.

I sindacati di categoria ritengono necessario che la presidente Marini, nell’incontro già programmato con l’amministratore delegato di Enel, ponga anche l’attenzione sulla centrale di Bastardo (che impiega 80 dipendenti), destinata ad essere chiusa nel 2023 in assenza di interventi di riconversione da progettare in tempi rapidi. Forti incertezze per il settore della produzione di energia riguarderebbero anche il polo idroelettrico di Terni, che la multinazionale E.On ha messo in vendita.

Al termine dell’incontro, la commissione presieduta da Gianfranco Chiacchieroni ha deciso di predisporre un documento da inviare alla presidente della Giunta regionale, affinché le sollecitazioni dei sindacati, che propongono la riduzione a 2 ‘Zone’ e accettano l’accorpamento delle ‘Unità operative’ con l’eccezione di quelle di Orvieto–Terni, vengano tenute in adeguata considerazione durante il confronto con l’amministratore delegato di Enel. Di particolare importanza anche l’aspetto della produzione, con la centrale di Pietrafitta che viene utilizzata per pochi giorni all’anno e quella a carbone di Bastardo che sarebbe destinata alla chiusura alla fine del 2023.

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