Terni, acciaio rubato all’Ast, il dipendente “infedele” si difende, i sindacati: “Da tempo avevamo chiesto più attenzione sulle materie prime”

TERNI – Si è dichiarato estraneo a tutte le accuse e ha fornito i chiarimenti rispetto alla sua posizione oggi, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, il dipendente “infedele” dell’Ast finito in carcere con l’accusa di  furto aggravato e continuato, ricettazione e associazione a delinquere.  E’ accusato, insieme agli altri 5 arrestati nell’ambito dell’inchiesta della Forestale, “Acciaio d’oro”, di aver rubato i residui d’acciaio all’Ast.

Dal centro di finitura dell’Acciai speciali Terni, infatti, escono residui di lavorazione, sempre in acciaio, che vengono trasferiti allo stabilimento di viale Brin per essere riutilizzati, tramite fusioni, nel ciclo produttivo dell’Ast o rivenduti a clienti esterni per una cifra che varia dai 1000 ai 2000 euro a tonnellata, a seconda della qualità del materiale. Secondo gli inquirenti, questo materiale sarebbe stato sottratto diverse volte e conferito ad un centro di Foligno che commercia materiale ferroso.

Con il dipendente Ast sono finiti in carcere anche l’autista della ditta che trasportava i residui d’acciaio del Centro Finitura dell’Ast, il gruista che muoveva il materiale ferroso col macchinario (uno è rinchiuso a Sabbione e l’altro a Maiano di Spoleto), mentre ai domiciliari sono finiti il titolare della ditta di trasporto, la guardia giurata in servizio al Centro Finitura e il titolare del centro rottami di Foligno. Denunciata a piede libero una donna che segnalava eventuali controlli lungo il tragitto.

Sembra che l’inchiesta sia nata da alcune segnalazioni di movimenti sospetti di tir dal Centro di Finitura. Ad imprimere un’accelerazione alle indagini e quindi a far scattare l’altra notte gli arresti, è stato, forse più di un sospetto, che uno dei soggetti coinvolti nell’inchiesta stava per partire per l’estero.

La Forestale che ha condotto le indagini ha filmato i furti di acciaio perpetrati negli ultimi mesi: in particolare uno da 6 tonnellate sarebbe avvenuto il 29 gennaio, un altro da 30 il 22 dicembre e poi altri due il 13 e 15 gennaio scorsi.

Intanto continuano le indagini per appurare l’effettivo ammontare del danno subìto dall’Ast. Gli inquirenti, infatti, sono convinti che il sistema messo in piedi dal sodalizio andasse avanti da tempo e che quindi nel corso dei mesi sia stato ingente il quantitativo di acciaio sottratto all’Acciai Speciali Terni. Sono nell’ultimo mese gli investigatori hanno accertato il furto di 80 tonnellate di acciaio per un valore di circa 100mila euro.

Un plauso agli inquirenti e alla magistratura arriva oggi dal sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo. “Voglio fare i complimenti e ringraziare gli inquirenti, magistratura e forze dell’ordine, per l’ottimo lavoro condotto nell’ambito dell’operazione Acciaio d’oro che ha consentito di smantellare una serie di ruberie ai danni dell’Ast, azienda strategica non solo per la città di Terni. Oltre a palesare – prosegue il sindaco – la soddisfazione mia e della città voglio evidenziare anche che l’azienda simbolo di Terni, luogo di lavoro e di identità, va difesa nelle sue peculiarità, nella sua portata occupazionale, nella sua capacità di tenersi a livelli alti sia nell’innovazione e che nelle trasformazioni tecnologiche, non deve essere certo vista come ricchezza da depredare, occasione di facili guadagni e ruberie. Siamo con tutte le nostre energie, insomma, con chi lavora, ad ogni lavello, per dare un futuro alla fabbrica e alle sue maestranze, pronti a respingere chi invece vuole depredare contribuendo così a danneggiare il presente e il futuro delle acciaierie di Terni. In questa direzione – conclude il sindaco – va sicuramente anche l’azione intrapresa dalle forze dell’ordine che hanno voluto difendere l’azienda e tutti coloro che vi lavorano con grande onestà e sacrificio”.

Anche le segreterie provinciali di Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl si dicono “fiduciose sull’operato della magistratura e degli inquirenti rispetto alle indagini in corso sul presunto traffico di materiale ferroso. Le stesse ricordano – scrivono in una nota – che per prime in Prefettura e in altre sedi avevano chiesto e sollecitato da tempo alla Direzione aziendale maggiore attenzione rispetto alle politiche di approvvigionamento e di gestione delle materie prime, nonché sulla natura di alcuni appalti. Tutto ciò rafforza la necessità, come sostenuto da tempo, di un Protocollo in grado di garantire attraverso regole definite maggiore trasparenza, efficienza ed efficacia degli appalti stessi al fine di raggiungere gli obiettivi strategici per la competitività produttiva e qualitativa del sito”.

Le Segreterie territoriali, rispetto alla complessità e all’importanza della questione, ritengono fondamentale il percorso di acquisizione delle giuste e corrette informazioni al fine di poter tutelare i lavoratori del Gruppo Ast e dell’indotto, che quotidianamente svolgono con diligenza responsabilità ed onestà il proprio lavoro.

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