Terni, fa togliere il crocifisso dalle aule, il professor Coppoli sospeso e senza stipendio per un mese

TERNI –  Franco Coppoli, il professore ternano che ha fatto rimuovere il crocifisso dalle aule in cui insegna, è stato sospeso per un mese, dall’8 aprile al 7 maggio, nel corso del quale non percepirà lo stipendio.

E’ arrivata in questi giorni la decisione dell’ufficio scolastico regionale in merito all’insegnante che nel gennaio scorso aveva tolto i crocifissi  dalle pareti di quattro aule in cui insegna provocando, tra l’altro, danni alle stesse pareti delle aule. L’ufficio scolastico parla di “violazione dei doveri connessi alla posizione lavorativa cui deve essere improntata l’azione e la condotta di un docente”.

Coppoli, che attualmente insegna italiano all’istituto tecnico industriale e geometri Allievi – Da Sangallo, non è nuovo a episodi di questo tipo. Un caso analogo lo ha visto protagonista nel 2008 all’istituto Casagrande.

Sul provvedimento dell’ufficio scolastico si scagliano i Cobas. “Nel provvedimento – scrivono in una nota-  si riconoscono varie irregolarità commesse dal dirigente scolastico nel far tassellare a oltre tre metri i simboli religiosi, ma la motivazione per un provvedimento disciplinare così grave è superficiale e generica: togliere un crocefisso, che non dovrebbe trovarsi nelle aule, costituisce per l’Ufficio scolastico ‘una violazione dei doveri connessi alla posizione lavorativa cui deve essere improntata l’azione e la condotta di un docente’. Fine delle motivazioni. Perché? Ma ai sensi di quale legge? Quale violazione sarebbe stata effettuata? Di quali doveri si parla? I pubblici dipendenti non sono servi che obbediscono ai presidi-padroni, ma alle leggi e non esiste alcuna norma che imponga la presenza del crocefisso nelle aule. Tra l’altro a dicembre a Trieste, il professor Davide Zotti, per lo stesso comportamento, è stato sanzionato con una semplice censura dall’Ufficio scolastico del Friuli, con motivazioni molto più articolate e dettagliate. Forse l’Ufficio scolastico pensa che l’Umbria sia ancora sotto lo stato pontificio”.

Nel nostro Paese, nel 2015 – continuano i Cobas – è ancora vietato rivendicare la separazione tra stato e chiesa e chiedere spazi educativi inclusivi senza simboli religiosi. Continua la crociata integralista, discriminatoria e diseducativa, di quelli che pretendono di imporre la connotazione religiosa delle aule scolastiche della scuola pubblica, nonostante non esista alcuna legge o regolamento che impongano la presenza del crocefisso nelle aule delle scuole superiori. E’ stato il fascismo a collocare nelle scuole e nei tribunali  i crocefissi, ma pensavamo che il clericofascismo fosse relegato al passato, mentre il comportamento dell’Ufficio scolastico dell’Umbria conferma un grave atteggiamento intimidatorio ed discriminatorio, nonostante la Corte di cassazione abbia ritenuto la presenza dei crocifissi nelle scuole, da un lato, incompatibile con il principio di laicità dello Stato (Cassazione penale, sentenza Montagnana) e, dall’altro, lesiva dei diritti di coscienza del pubblico impiegato, al punto da ritenere giustificata l’autodifesa del lavoratore (Cassazione civile, sezioni unite, sentenza Tosti).

Mentre il governo – conclude il comunicato dei Cobas – sta cercando di far passare una nefasta riforma della scuola che ne attacca alla radice il carattere solidale e collegiale introducendo la figura del preside-podestà, l’Ufficio scolastico dell’Umbria decide di sanzionare pesantemente, e a nostro avviso senza alcuna reale motivazione normativa, il professor Coppoli, per la sua scelta di laicità e rispetto delle differenze. Esprimiamo la nostra piena solidarietà, insieme all’appoggio in ogni sede, a cominciare da quella legale, per contestare l’iniquo provvedimento”.

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