Terni, il Comune non risponde al M5S che aveva offerto collaborazione. I Pentastellati: “Teatrino”

TERNI – L’apertura del Movimento cinque stelle sul Piano di rientro sembra non essere andata in porto. I Pentastellati di Palazzo Spada si erano detti disponibili alla collaborazione, chiedendo però di fare una cernita dei debiti fuori bilancio, riconoscendone alcuni e non riconoscendone altri. Un fatto sul quale l’amministrazione non ha risposto: ecco quindi che la porta della collaborazione torna a chiudersi.

“Stiamo superando il limite della decenza e questo non è più tollerabile! Aumento stellare delle tasse e cospicuo taglio dei servizi sono la mannaia che sta per colpire i contribuenti ternani a fronte di un’amministrazione inerte e rantolante, vittima di se stessa e delle guerre fratricide interne al PD – dicono –  Tante belle parole, aperture di vario genere, ma nessun segnale concreto a seguito della conferenza stampa in cui illustravamo come, secondo una nostra prima ricognizione, solo circa il 44% degli oltre 7 milioni di debiti fuori bilancio sia da riconoscere come in capo all’Ente.
Ancor più assordante alla luce di tutto ciò appare il silenzio dell’assessore Piacenti d’Ubaldi. Non c’è più da esitare, Il 31 dicembre 2017, sarà il termine ultimo per deliberare sui debiti fuori bilancio che devono essere riconosciuti senza ulteriori indugi dal consiglio se si vuole scongiurare un futuro ancora più nefasto per le tasche dei cittadini”.

“Ma molti aspetti restano ancora da chiarire, perché questa vicenda si doveva affrontare prima, in tempi non sospetti. Già in data 12 luglio 2017 il Consiglio comunale approvando l’assestamento del bilancio di previsione 2017-2019, ha dato atto del permanere degli equilibri misconoscendo debiti fuori bilancio già quantificati in sede di presentazione del piano di riequilibrio finanziario.
Cosa che già di per se, seguendo i dettati dell’art. 193 c. 4 del TUEL, avrebbe dovuto comportare l’applicazione della procedura di cui all’articolo 141 comma 2 (TUEL), cioè la nomina di un commissario ad acta. Siamo oramai al teatrino dell’assurdo, si va avanti come se nulla fosse, a fronte di interpretazioni quantomeno discutibili delle normative, ma cosa ancor più grave si stanno scaricando sulle spalle dei cittadini errori e responsabilità di una gestione fin troppo opaca della cosa pubblica”.

” Tutto tace a fronte di evidenti anomalie, ed ogni giorno che passa, la situazione diventa sempre più irreversibile. Dove sono gli Enti preposti al controllo? Perché non sono intervenuti? Lo abbiamo chiesto direttamente ai Ministri dell’Interno, dell’Economia e delle Finanze, con un’interrogazione parlamentare che vede come primo firmatario il portavoce in Senato Stefano Lucidi. L’atto di sindacato ispettivo infatti è volto a far luce su quali siano i motivi per cui non si sia ancora provveduto alla nomina di un commissario per la predisposizione d’ufficio degli adempimenti ex artt. 193-194 del testo unico sugli enti locali e quali iniziative di competenza si intenda porre in essere per ripristinare la conformità e il rispetto delle normative giuscontabili, al fine di tutelare l’equilibrio strutturale dell’ente dai danni causati dal procrastinare gli interventi di legge”.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.