Terni, il terremoto al centro della riunione straordinaria del Pse. I sindaci chiedono di non essere lasciati soli

TERNI – 293 morti con un numero enorme di feriti. I giorni passano ma ciò che è successo ad Amatrice, Norcia, Arquata e Pescara del Tronto resta. “Non c’è più tempo da perdere, bisogna ripartire”. Con questo messaggio si apre la riunione straordinaria del Gruppo del partito socialista europeo a Terni.

Ancora scossi siedono al dibattito il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno, il presidente della Provincia di Rieti, Giuseppe Rinaldi, il sindaco di Cascia, Gino Eimili, il senatore, Stefano Vaccari e il dirigente della Protezione civile della Regione, Alfiero Moretti, nonchè la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini.

Un’Italia centrale lacerata in due dalle violente scosse di terremoto di magnitudo 6 e 5. Case diventate spettrali. Famiglie che in 140 secondi si sono ritorvate senza niente.

Il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno, rassicura: “Stiamo attendendo gli esiti dei sopralluoghi. Il sisma ha scosso le paure della gente, paure mai totalmente sopite. Ora occorre rimboccarsi le maniche”.

Viaggia sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente della Provincia di Rieti, Giuseppe Rinaldi. “E’ difficile intervenire in questi paesi in modo celere e soprattutto adeguato”.

I sindaci – tutti – chiedono di non dimenticare. Di non dimenticare le loro persone, le vittime, e le città.

Il sindaco di Cascia, Gino Eimili, ripercorre i disastri causati dal terremoto del 1979. “Siamo reduci da diversi terremoti dove però l’attenzione della protezione civile e della regione è stata alta e costante. Insieme siamo riusciti a salvaguardare il territorio, studiando dei progetti ad hoc e ben mirati. Adesso è necessaria la vicinanza di tutte le forze politiche”.

“Creare occupazione e definire un piano di investimenti pubblici sono le priorità” – sostiene il senatore, Stefano Vaccari.

La presidente Marini chiede una mano. “Abbiamo bisogno di tutti voi per sostenere lo sforzo di innovazione di cui abbiamo necessità. Le buone pratiche, l’esperienza e le politiche europee devono giocare un ruolo fondamentale di aiuto in questi tragici momenti che il nostro paese sta attraversando. La capacità della nostra gente di reagire, sebbene ancora impaurita, è davvero immensa; il tema dei lavori del gruppo, quello dell’economia circolare, è molto legato anche alla ricostruzione post sisma. Una ricostruzione che per noi non significa e non deve significare demolizione e delocalizzazione. La nostra idea di ricostruzione, infatti, si basa innanzitutto sulla salvaguardia dell’identità delle comunità e del loro rapporto con il territorio. Tutto ciò vuol dire ricostruire le case ed i borghi antichi, più sicuri, e dove erano e come erano”.

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