Terni, politica in fibrillazione: Fi perde due consiglieri. Nel Pd in quattro se ne vanno

TERNI – La legislatura del sindaco Leonardo Latini è appena iniziata ma la sua maggioranza rischia di andare in frantumi presto. È di questi giorni la notizia di ben due consiglieri comunali di Fi che lasciano il gruppo di maggioranza per far vita al gruppo misto. Si tratta di Federico Brizi e Valeria D’Acunzo che senza troppe perplessità hanno deciso di mettersi in proprio scegliendo di mollare FI.

Un vero campanello d’allarme per la tenuta della maggioranza di centrodestra anche se, per ora, i fuoriusciti dichiarano di restare dentro il confine della maggioranza. Non sembra pensarla proprio così il capogruppo di Palazzo Spada Azzurra Lucia Dominici che ci va giù duro con i due consiglieri comunali condannando senza mezzi termini “tale comportamento dove molto robabilmente hanno prevalso interessi personali”. Ma i ben informati sostengono che l’emorragia potrebbe ampliarsi nei prossimi giorni, quando qualche altro consigliere della maggioranza potrebbe decidere di seguire Brizi e la De Cunzo. Un segnale abbastanza preoccupante per il sindaco Latimi e per la tenuta della sha maggioranza che nei prossimi mesi sarà chiamata a prove non semplici. Un malessere a dire la verità palesato sin dai primi giorni di vita della nuova compagine di Governo ternano.

Questa la situazione del centrodestra, ma anche il Pd di Terni è alle prese con i suoi guai. Ieri è stato eletto segretario comunale il senatore Leonardo Grimani, attuale sindaco di San Gemini. Grimani era il solo candidato per la segreteria ed è stato eletto con il voto favorevole di 59delegati  su 59presenti, rispetto ai 99aventi diritto. Ben 40membri, quindi, non hanno partecipato al voto. I’m realta non tutti i 40la pensano allo stesso modo ma tutti hanno manifestato pur diversamente, un forte mal di pancia. Non appena terminato lo spoglio in quattro si sono dimessi (Pimponi, Fiorucci, Patalocco e Confaloni) denunciando una “bagarre politica locale che ha il solo obiettivo di evitare una vera discussione”. Naturalmente le dimissioni dall’Assemblea non stanno a significare (per adesso) una uscita dal Pd. Leonardo Grimani, appena eletto, ha riconosciuto il rischio che ulteriori lacerazioni interne possano indebolire ulteriormente il partito. Proprio per questo ha garantito che “d’ora in avanti il percorso sarà di inclusione riconoscendo la necessità di recuperare tutte le energie migliori per rilanciare l’attivita Dei democratici ternani”.

Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino, tutto fa pensare che, dopo gli scossoni dei mesi scorsi, a Terni la politica viva ancora una fase di grande fibrillazione con possibili clamorosi sviluppi che potrebbero arrivare prima di quanto possa essere stato lecito immaginare.

 

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