Terni, rubavano tir costosissimi per piazzarli poi sul mercato nazionale ed estero: in manette tre rumeni. La banda aveva messo a segno furti anche a Grosseto, Latina, Frosinone e Perugia

TERNI – Sceglievano bene i loro obiettivi. Tir costosissimi – sul mercato arrivano anche a costare un milione di euro ed a volte alcuni di loro erano anche carichi di materiale altrettanto costoso – ben scrutati all’interno dei parchi auto delle imprese ternane e non solo. Poche, pochissime parole al telefono – per poi distruggerlo al termine della telefonata – e via con il furto. Salivano sopra ai camion, e prendevano la via del ritorno, scegliendo accuratamente le strade da percorre per eludere i controlli della Polizia.

Un sistema ben collaudato, messo in piedi da professionisti del “mestiere”. Tre persone sono finite in manette grazie ad un’attenta, lunga ed accurata indagine di Porcura e Digos insieme.

Un’attività investigativa portata avanti dagli uomini della Digos del dottor Marco Colurci, e coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Terni, Dott. Marco Stramaglia.

I tre uomini arrestati sono tutti di nazionalità rumena, giovanissimi – di età compresa tra il 1986 e 1987 – nullafacenti residenti in provincia di Latina.

I nove furti accertati agli automezzi sono stati messi a segno da maggio 2016 a Terni ma anche a Grosseto, Latina, Frosinone e Perugia. Il sodalizio che aveva la sua base logistica nella provincia di Latina, ha commesso furti seriali a Terni e nelle province di Grosseto, Latina, Frosinone e Perugia secondo un ben articolato “modus operandi”.

Il primo furto si era verificato nella notte tra il 29 e 30 maggio 2016 ai danni della Asciutti Autotrasporti a cui erano stati rubati tre tir Mercedes ACTROS e 3 semirimorchi con all’interno rotoli di acciaio.

Il secondo furto si era verificato tra il 22 e 23 luglio 2016 ai danni della NIZZI Autotrasporti di Terni. In quella occasione erano stati rubati 3 trattori marca Mercedes ACTROS e 3 semirimorchi due dei quali carichi di Coca Cola e uno di rotoli di acciaio Ast.

Un altro furto aveva riguardato la Società Adrilog Benvenuti (ex CUAM) dove erano stati rubati tre tir Mercedes ACTROS e 2 semi rimorchi carichi di olio e vino.

Il fenomeno aveva destato comprensibile allarme tra le associazioni di categoria degli autotrasportatori e della stessa Confindustria ed il Prefetto di Terni aveva riunito più volte il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica per individuare le migliori strategie per la risoluzione del problema, tra cui l’implementazione del sistema di videosorveglianza nelle aree industriali della Provincia di Terni.

La refurtiva veniva poi consegnata a dei ricettatori locali. Questi ultimi, a loro volta, provvedono a “ripulire” i tir per rimetterli nel mercato, sia nazionale che estero, sostituendo i telai originali e falsificando le carte di circolazione.IMG_8601

Durante i furti ed i relativi sopralluoghi, la banda era particolarmente accorta a non lasciare alcuna traccia, come impronte o eventuali filmati delle telecamere a circuito chiuso, ed aveva adottato alcuni accorgimenti per evitare di essere rintracciata, come l’uso di schede telefoniche intestate a prestanome, che venivano periodicamente sostituite insieme ai cellulari.

Contestualmente agli arresti sono state compiute una serie di perquisizioni domiciliari e presso capannoni industriali della provincia di Roma e Latina, utilizzati per nascondere i mezzi rubati.

All’esito dell’attività di ricerca, condotta anche con la collaborazione di personale della Polizia di Stato della Questura di Latina, Grosseto e della Polizia Stradale di Latina, sono stati rinvenuti 4 tir, un escavatore Caterpillar, una macchina rullatrice da asfalto,  sofisticati sistemi elettronici per inibire anche i più evoluti sistemi di allarme e geo-localizzazione, numerosissime chiavi di automezzi rubati, targhe, motori Mercedes di tir rubati, una centralina elettrica per memorizzare i codice delle chiavi elettroniche, altro materiale edile ed industriale provento di vari furti   oltre a 10.000 euro in contanti. Tutto è stato sottoposto a sequestro per la restituzione ai legittimi proprietari.

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