Terremoto, gli interventi dei vigili del fuoco nelle zone colpite

Subito dopo l’evento sismico hanno operato sul territorio umbro essenzialmente nella zona della Valnerina e nei comprensori di Spoleto, Foligno, Nocera Umbra, 15 squadre di vigili del fuoco (ogni squadra è composta da 5 unità) dei VVF di Perugia e Terni, a seguire dalle ore 8 del giorno 24 si è passati al “raddoppio dei turni di servizio” con la messa in campo di altre 80 unità con 30 mezzi complessivi dedicati a fronteggiare le richieste pervenute alla sala operativa del 115 a seguito del sisma.

Subito dopo l’evento sono state effettuate diverse ricognizioni con l’elicottero Vigili del Fuoco per individuare le prime esigenze della popolazione e poi per una valutazione dei danni, ivi compresa la verifica dei costoni soprastanti le strade per Norcia e per Castelluccio per consentire all’ANAS ed alla Provincia di programmare gli interventi per la messa in sicurezza degli stessi e quindi riaprire al traffico le suddette arterie.

Questo dispositivo è stato operativo sino al giorno 31/8/2016 con presidi fissi a Norcia città, Castelluccio e S. Pellegrino, dal giorno 1° settembre pur mantenendo i suddetti presidi fissi è stato organizzato un campo base nella zona industriale di Norcia con la presenza di 70 unità operative (45 di Perugia, 15 volontari di Norcia e 10 di Terni). Il dispositivo è stato integrato da subito anche con funzionari tecnici che hanno pianificato e seguito le varie operazioni di soccorso. Mediamente 10 funzionari tecnici ogni giorno.

Presso il CCS di Foligno è stata attivata una funzione TAS (topografia applicata al soccorso) per geolocalizzare i fabbricati interessati dai danni producendo le mappe aggiornate delle cosiddette “zone rosse”. Analoga funzione è stata attiva ed è ancora attiva al COM di Norcia.

Sono state poste in essere anche alcune attività tecniche tra cui il servizio STCS, per procedere alla ricognizione speditiva del danno delle costruzioni danneggiate dall’evento sismico (triage dell’edificato in emergenza), al fine di poter poi definire, di concerto con gli altri soggetti interessati, le priorità per la messa in sicurezza.

I sopralluoghi necessari allo scopo sono stati concentrati nelle zone rosse del comune di Norcia, maggiormente colpito dall’evento sismico, ed hanno interessato la zona all’interno delle mura storiche, oltre che le frazioni di San Pellegrino e Castelluccio di Norcia.

In totale sono state prodotte oltre 400 schede di triage, i cui esiti sono stati elaborati da uno specifico back office in remoto e restituite su cartografia tematica specifica, nella quale è possibile individuare, per ogni costruzione oggetto di sopralluogo e con un unico simbolo codificato:

– il livello di danno;

– gli indicatori di priorità di intervento, in funzione del pericolo per la pubblica incolumità o costruzioni circostanti, delle funzioni eventualmente compromesse dalla costruzione e della sua importanza dal punto di vista storico monumentale;

– una prima valutazione delle eventuali opere provvisionali per la successiva messa in sicurezza.

Tale attività, in staff al Comando di Cratere VVF Umbria, ha visto la partecipazione di numerosi tecnici VF sia dell’Umbria che provenienti da altre regioni, nonché il fondamentale supporto del nucleo TAS VF regionale, attraverso il quale è stato possibile organizzare in maniera più efficiente i sopralluoghi e restituire su mappa tematica le prime informazioni fondamentali.

Ad oggi, oltre alle attività tecniche di cui sopra risultano effettuati più di 2.150 interventi di cui 1.911 nella zona della Valnerina. Si tratta di rimozione di parti pericolanti, di assistenza alla popolazione, di recupero beni di prima necessità dagli edifici danneggiati.

Sono stati avviati gli interventi per la riduzione della criticità sismica e quindi della riduzione delle zone inaccessibili (zone rosse) in particolare a Castelluccio di Norcia si sta procedendo, d’intesa con il MiBAC e previo assenso della DICOMAC alla realizzazione di interventi per la salvaguardia del locale campanile e per la protezione di alcuni percorsi viari in modo da garantire l’accesso ad alcune strutture ricettive destinate ad ospitare la popolazione precedentemente alloggiata nelle tende.

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