ThyssenKrupp, Consiglio regionale, il Pd: “Piano senza futuro, il Governo non ci lasci soli”

“Il piano industriale di ThyssenKrupp per l’Ast di Terni è privo di prospettive e di futuro. La mozione presentata dal Pd e dalle altre forze della maggioranza sul riconoscimento di Terni come area di crisi complessa che sarà discussa in aula martedì 22 luglio, deve essere un’occasione per intraprendere una grande e condivisa iniziativa che impegni il Governo e la comunità umbra, a contrastare in modo intransigente le volontà di ThyssenKrupp e a modificare radicalmente le sue proposte di piano industriale per Ast”.

Così in una nota il gruppo consiliare del Pd all’Assemblea legislativa dell’Umbria, che ai lavoratori che hanno manifestato stamani  e alla città di Terni esprime anche “vicinanza, e concreta e attiva solidarietà politica e istituzionale”, e sollecita il Governo a non lasciare da soli i lavoratori, le forze sociali, le Istituzioni di Terni e dell’Umbria”.
Il gruppo Pd concorda poi nel fatto che nessuno possa chiedere a Terni “di cancellare una parte non sostituibile della propria identità sociale ed economica. Le vicende, anche di assetto proprietario, che attorno ad Ast si sono dipanate soprattutto in questi ultimi anni – prosegue la nota – rivelano una programmata strategia volta a sacrificare il sito produttivo ternano agli interessi di bilancio dei gruppi multinazionali che si sono avvicendati alla sua proprietà, ai grandi processi di ristrutturazione della siderurgia europea e mondiale, ai nuovi equilibri (e gerarchie) derivanti dal riassetto globale delle produzioni industriali e delle specializzazioni produttive. Tutto ciò si materializza in un piano industriale che taglia investimenti, occupazione e salari, chiude linee di produzione e reparti, smantella la struttura integrata del sito e quella dell’indotto”.
Nella nota del gruppo Pd si ricorda che il piano Thyssen è stato “giustamente giudicato irricevibile dalla presidente Marini, e altrettanto deve fare il Governo nazionale svolgendo un ruolo decisivo tanto a difesa degli interessi generali del paese, quanto nel darsi rapidamente e concretamente una visione di politica industriale capace sopportare il rilancio di stabilimenti produttivi come quello Ast di Terni. Perché – si sottolinea – il declino del polo siderurgico di Terni sarebbe una delle manifestazioni più evidenti di un ridimensionamento irreversibile e strutturale dell’apparato manifatturiero italiano”.
Il gruppo consiliare Pd ritiene, infine, che la difesa dell’industria di base e primaria, a partire dalle filiera siderurgica, sia una “precondizione fondamentale per riprogettare, su basi innovative, sostenibili e competitive, il sistema industriale del paese”.

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