Trasimeno, imprenditori cinesi pronti ad investire, il monito dei pescatori locali
TUORO – Fa discutere la notizia di un imminente arrivo di investitori cinesi sul Trasimeno. Secondo quanto si è potuto apprendere, imprenditori dell’estremo oriente sarebbero intenzionati a rilevare un’attività ittica di Borghetto. In molti plaudono a questa manifestazione di interesse ma mettono in guardia: “Prima di tutto va rispettato il lago”. La questione è stata affrontata ieri anche al convegno sull’agricoltura che si è tenuto a Pozzuolo alla presenza dell’assessore regionale Cecchini.
“Ben vengano le attenzioni economiche sul Trasimeno – dice il presidente della cooperativa pescatori di San Feliciano, Aurelio Cocchini – questo dimostra che il nostro prodotto è ricercato e che il nostro lago è produttivo”. Cocchini sottolinea che “abbiamo una tradizione millenaria e il nostro obiettivo è sempre di più quello di rappresentare un punto di riferimento economico per il territorio. Se gli investitori cinesi saranno in grado di diventare una realtà interessante siamo pronti ad affrontare la sfida senza alcun timore”.
Sauro Scarpocchi, storico pescatore, si abbandona a un’analisi più critica. “Siamo pronti a dar loro il benvenuto perché è bello sapere che qualcuno vuole diventare pescatore, ma la condizione è solo una , quella del rispetto del lago. La pesca non è una materia che si apprende sui libri, non è una scienza esatta come la matematica. Ci vuole passione e perché duri ci vuole il rispetto del lago. Vorrei sapere con quali mezzi intendono pescare. Mi spaventa pensare alla possibilità che venga usata la pesca elettrica, che distruggerebbe gli avannotti. Noi sappiamo come pescano in Oriente, non certo con la pesca selettiva e questa è la preoccupazione. La notizia dovrebbe suonare come un campanello d’allarme per chi è amministratore del lago”.
E anche Cocchini solleva qualche perplessità e rivela che qualche tempo fa questi imprenditori erano già stati al Trasimeno, interessati al carasso a prezzi più bassi, “discorsi – dice Cocchini – che si scontra con la cattura che condiziona qualità e tipo di pescato”. Il presidente della cooperativa ipotizza quindi che per abbattere i costi, soprattutto quello della manodopera “avranno pensato di pescare da soli”.