Umbria fanalino di coda per redditi Irpef tra le regioni del Centro-Nord

PERUGIA – I dati ufficiali evidenziano una situazione economica umbra non tanto rosea, se si considera che tra le regioni del Centro Nord, il Cuore d’Italia si colloca in ultima posizione, mentre a livello nazionale si posizione al terzultimo posto per reddito Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche). Di questo parlano i numeri regionali e comunali messi a disposizione dal ministero dell’Economia e delle Finanze elaborati in base alle dichiarazioni dei redditi presentati dai contribuenti nel 2009 (relativi all’anno di imposta 2008) e nel 2016 (anno di imposta 2015), e forniti da datajournalist di Mediacom043. Lo scopo è quello di mettere i cittadini nella condizione di sapere, secondo il principio einaudiano “Conoscere per deliberare”, andando ad incrementare l’informazione socio-economica su base regionale, e affermando il sacrosanto principio della trasparenza che facilita uno scambio di opinioni e un dibattito aperto e democratico. In Umbria la contrazione reale del reddito dichiarato al fisco ai fini Irpef, tenuto anche in considerazione dell’andamento dell’inflazione, risulta essere del 5,2 per cento, contro il -2,9 per cento fatto segnare dalla media nazionale. In sette anni la regione umbra ha subìto un processo di declino significativo dei parametri economici, senza alcuna capacità di far fronte alla graffiante crisi che ha colpito tutto lo Stivale, e non dimostrandosi all’altezza di riuscire ad invertire la negativa congiuntura economica, con interventi, misure, riforme e provvedimenti decisi e determinanti per mutare il trend di decrescita. Il costo di tale perdita in termini quantitativi è stato di 667 milioni di euro, secondi i dati presentati al fisco in questo periodo di riferimento. Ciò che risulta dalle tabelle fornite è che nonostante le altre regioni italiane registrino un segno negativo, tuttavia l’andamento risulta più marcatamente positivo,  come a dire che anche se la crisi ha continuato a incombere, il tentativo di volerne uscire con un impegno congiunto tra pubblico e privato è venuto fuori in maniera più evidente. E a parte il Trentino Alto Adige che ha il segno più ma solo nella provincia di Bolzano, quella di Trento ha presentato nel 2016 lo stesso reddito reale che aveva nel 2008, mentre le altre regioni registrano un calo dell’1,4 per cento in Veneto, 1,9 per cento nel Lazio, 2 per cento in Lombardia, 2,1 per cento in Basilicata, 2,1 per cento in Emilia Romagna. Le tre peggiori regioni italiane sono risultate il Molise con -8,3 per cento, la Sicilia con -6,8 per cento e la Calabria  con -6,2 per cento. Come ultimo dato elaborato dal ministero nel 2016 e riferito all’anno 2015, si evince che tutte le regioni italiane hanno dichiarato un livello complessivo di reddito Irpef sostanzialmente positivo, segnale questo che denota un miglioramento effettivo, anche se lento, dell’economia globale del Paese, che sta continuando a registrare risultati positivi, come del resto attestano i recenti dati sulla crescita del Pil nazionale. L’Umbria, al contrario, pur riportando un segno positivo nella crescita dei redditi Irpef, a differenza del dato medio nazionale che mostra un +1,8 per cento, si attesta su un +1,3 per cento. Va tuttavia fatto presente che nell’andamento dei redditi l’Umbria si è posizionata a metà classifica italiana nell’ultimo anno, avanzando di posizione rispetto a Marche e Lazio e a tutte le regioni del Sud.

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