Umbria, la siccità minaccia il tartufo. Il caldo compromette la raccolta, cavatori della Valnerina preoccupati

I raccoglitori di tartufi guardano con tanta preoccupazione i terreni riarsi dal sole e le foglie ingiallite degli alberi. Se continuerà questo caldo e questa siccità, garantiscono gli esperti, la stagione rischia di essere assai brutta. Almeno la parte iniziale. L’assenza di piogge, dicono in Valnerina, ha già compromesso la raccolta dei meno pregiati tartufi neri estivi. La chiusura  ufficiale per loro è prevista per il 31 agosto ma già da giorni non si trova più nulla.

Una stagione terribile, confessa Antonio di Sellano cavatore di lungo corso,  il suolo è secco e duro, per ora non si prospetta nulla di buono. Così anche nell’alta valle del Tevere (bianco) si guarda il cielo e i raccoglitori incrociano le dita. Il centro nazionale studi tartufo ricorda che settembre sarà determinante per capire che tipo di produzione ci sarà. Del resto la pioggia è fondamentale per permettere al tartufo il giusto sviluppo, occorre che il terreno di produzione sia umido sia nella fase di germinazione, sia in quella di maturazione.

Certo se arriverà la pioggia in autunno e la temperatura calerà  si potrà ancora recuperare qualcosa, soprattutto sulla qualità. Comunque dopo la cattiva stagione del nero estivo, è probabile che anche quella iniziale del bianco sarà molto difficile. Se le previsioni troveranno conferma si assisterà naturalmente ad un aumento spaventoso del prezzo. Per adesso in Valnerina, come nell’Alta valle del Tevere, i raccoglitori guardano sconsolati la stagione prossima perché sanno bene che non c’è nulla di peggio di un terreno secco e duro.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.