Umbricellum, il ricorso arriva in Tribunale: udienza rinviata a febbraio

PERUGIA – Tutto rinviato a febbraio. Il Tribunale civile di Perugia, chiamato a decidere sul ricorso sul ricorso per l’Umbricellum, la legge elettorale dell’Umbria, ha accolto la richiesta di rinvio avanzata dallo stesso ricorrente, il Comitato per la Democrazia, che ieri ha fatto il punto sulla situazione in una conferenza stampa, fissando la prossima udienza al 18 febbraio.
Ieri il portavoce Michele Guaitini (Radicali Perugia) ha ripercorso le precedenti tappe percorse dal Comitato che, con 15 presidi davanti al Consiglio Regionale e 2 audizioni presso la commissione riforme statutarie, ha cercato attraverso tutte le fasi del processo legislativo “di opporsi all’approvazione di questa legge antidemocratica che ha continuato a produrre i suoi abnormi effetti anche dopo le elezioni con il seggio conteso a suon di ricorsi tra il consigliere Bianciarelli e il primo dei non eletti del PD. Oltre al ricorso in tribunale, si cercherà di battere tutte le strade percorribili anche da un punto di vista politico – ha spiegato Guaitini – il primo passo è quello di offrire a tutti i gruppi consiliari una proposta di modifica della legge tesa a eliminarne i vizi di incostituzionalità”.

Ospite speciale della conferenza stampa era l’avvocato Felice Bessotri, già vincitore del ricorso contro la vecchia legge nazionale “Procellum” di fronte alla Corte Costituzionale, che guida il collegio difensivo insieme agli avvocati Giuseppe Pennino e Michele Ricciardi. L’avvocato Besostri ha illustrato nel dettaglio i motivi del ricorso smontando le eccezioni presentate dai legali della Regione Umbria: premio di maggioranza senza soglia minima dei voti da raggiungere, premio di minoranza al candidato Presidente che arriva secondo, riserva di seggio al 2,5% per i partiti alleati alla coalizione vincente e riparto dei seggi che avviene non in base ai voti ottenuti dalle liste ma in base ai voti ottenuti dai candidati alla presidenza della regione; il tutto “prendendo come spunto quanto stabilito dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 1/2014 che è sì relativa alla legge elettorale nazionale ma che ha stabilito dei principi validi dappertutto come quello che in un sistema che si definisce proporzionale l’elettore si aspetta che il riparto dei seggi avvenga in base ai voti riportati dalle liste. Ha destato curiosità il fatto che la memoria difensiva presentata dalla Regione sia stata depositata lo scorso 22 maggio ma resa disponibile on line ai ricorrenti solamente pochi giorni fa”.

Interventi anche dai parlamentari presenti, Adriana Galgano (Sc), Filippo Gallinella e Tiziana Ciprini (M5S). Nel dettaglio c’è entrato il professor Mauro Volpi, in qualità di responsabile per l’Umbria del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, che ha illustrato le analogie tra Umbricellum e Italicum, “figlie di uno stesso disegno che prefigura l’avvento dell’uomo solo al comando.  In particolare, l’Italicum – ha detto Volpi – prevedendo la maggioranza dei seggi a chi ottiene anche solo il 40% dei voti, o peggio in caso di ballottaggio con una percentuale che può essere anche molto inferiore, consente al primo partito di poter avere la maggioranza assoluta in Parlamento e di poter eleggere in autonomia anche le figure di garanzia istituzionale a partire dal Presidente della Repubblica e dei giudici della Corte Costituzionale. In pratica viene istituito un finto presidenzialismo senza aver previsto tutti i contrappesi solitamente presenti in un vero sistema presidenziale”. Le attività proposte dal Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, comitato al quale hanno aderito numerose personalità e associazioni, sono in primis la presentazione del ricorso contro l’Italicum in tutte le 26 sedi di Corte d’Appello, la proposizione di 2 referendum abrogativi (su premio di maggioranza e capilista bloccati) e, soprattutto, la costituzione dei comitati per il NO per l’imminente referendum confermativo delle modifiche della Costituzione in corso di approvazione in Parlamento.

Oggi, nel corso dell’udienza, il Comitato ha chiesto un rinvio perché nonostante la memoria difensiva sia stata depositata dalla Regione il 22 maggio scorso, nel sistema telematico è stata caricata solo tre giorni fa e quindi c’è stato troppo poco tempo per esaminarla.

 

 

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