Usura: “Fenomeno pericoloso e in crescita”. Terni tra le peggiori del centro Italia. L’allarme della Uil e della Fondazione Antiusura

TERNI – In fortissimo e preoccupante aumento il fenomeno dell’usura. L’indagine Eurispes parla chiaro ed in conferenza stampa è proprio la Uil di Terni a fornire tutti i dati con il suo segretario generale, Gino Venturi.

In Umbria ci sono 251.000 nuclei familiari – numeri confermati anche dai dati Istat – di cui 185.000 a Perugia e 65.000 a Terni che ricorrono a prestiti o canali non istituzionali. Ciò significa che ben 8.000 famiglie in provincia di Terni sono potenzialmente esposte al rischio di usura.

L’indice di permeabilità all’usura sul territorio calcolato da Eurispes per Terni è di 47,72. Il peggiore fra le 18 province della macro regione “Italia di mezzo”. Perugia di poco migliore a 35,79.

Il taglio medio dei prestiti richiesto si aggira intorno ai 10.000 euro. Un introito devastante che conferma un numero altrettanto allarmante. Circa 600-700 milioni di euro di giri di affari non istituzionali.

Alla base del fenomeno per il presidente della Fondazione Antiusura, Alberto Bellocchi, sono diversi i fattori: dalla crisi economica schiacciante che investe gran parte del nostro paese, alle ludopatie, dalla malavita, all’immigrazione.

Per il sindacato c’è grande “disattenzione del mondo della politica e delle istituzioni nei confronti del problema. Un problema che mina le basi della convivenza civile”.

“La fondazione Carit – dicono dalla Uil – dispone di 214 milioni di euro congelati. E’ un ente no profit ma conserva una certa vocazione economica. Fondamentale quindi sarebbe il suo aiuto in questo campo. Magari con il suo sostegno alla nascita di un veicolo unico sul microcredito”.

Ad ogni problema la Uilca/Uil cerca di trovare una soluzione.

In primis si chiede “maggiore attenzione da parte delle istituzioni locali – il Comune in prima linea nella compagine della fondazione – al problema usura. Le fondazioni ex bancarie inoltre potrebbero giocare un ruolo predominante e concreto. Chiediamo ancora la costituzione di un soggetto microcreditizio strutturato a livello regionale aperto alla partecipazione dei vari soggetti istituzionali, sociali, economici e della Chiesa”.

@MCScardocci

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