Ventennale del sisma, il racconto dell’ex Governatrice Lorenzetti: “In Umbria grande prova, oggi serve accelerare i tempi mantenendo salda la legalità”

PERUGIA – “Nella gestione del terremoto abbiamo dato vita ad una grande palestra di partecipazione e democrazia”. L’ex presidente della Regione Maria Rita Lorenzetti ricorda i momenti del dopo terremoto del 1997, di cui ricorre il ventennale e snocciola dati e traguardi, ma non si sottrae a qualche giudizio all’attuale fase di ricostruzione. Il nome della Lorenzetti è legato, come quello del professor Bracalente, alla storia del terremoto umbro del 1997. Bracalente e Lorenzetti furono i due presidenti di Regione a gestire il dopo sisma ma lei, natali folignati e piglio deciso ma alla mano, si insediò a Palazzo Donini nel 2000 e quindi, nei due anni precedenti poté dare il proprio contributo da parlamentare, alla guida della Commissione Lavori Pubblici di Montecitorio.

“Mi trovai, a Montecitorio, a partecipare alla stesura della legge per la ricostruzione – dice – una legge innovativa per l’epoca, in cui per la prima volta riuscimmo a parlare della messa in sicurezza e di adeguamento sismico, non solo del recupero del danno. Facemmo dunque una grande operazione di prevenzione. D’altronde eravamo il primo grande sisma dopo l’Irpinia e dovevamo fare meglio, con trasparenza e legalità. Non a caso nacque la buona pratica del Durc. Era il periodo del regionalismo, con i presidenti delle Regioni scelti come commissari alla Ricostruzione”.

Che sisma è stato quello del 1997?

Un sisma che coinvolse un territorio vastissimo e diffuso, molto diverso da città a città. Un sisma nel sisma, con tre scosse fortissime (26 settembre, 14 ottobre, aprile). Ma fu anche un momento segnato da molta solidarietà. E noi, per ripartire, decidemmo di muoversi su due direttrici: non disperdere le comunità e riattivare le condizioni dello sviluppo. Dicemmo no ai grandi campi container. Passammo dalle autonome sistemazioni e le tende, ai container.

E ora?

Oggi serve avviare una riflessione seria su alcuni punti: in una situazione straordinaria, come si possono accorciare i tempi mantenendo però salda la legalità? Noi avevamo una governance corta, con i presidenti delle Regioni come commissari. Agivamo utilizzando deroghe, con procedure chiare e ben codificate ma in grado di dar risposte concrete ai cittadini. In emergenza non si può ragionare con uno strumento ordinario. C’è da dire però parliamo di un altro mondo: la politica aveva una autorevolezza che poi è crollata e c’era una solidarietà di fondo che nel corso degli anni si è persa.

L’Umbria, in quel periodo, ha dato una grande prova: assistemmo 22mila persone, 40mila nei momenti immediatamente successivi. Novemila nuclei familiari furono sistemati nei container tra dicembre 1997 e gennaio 1998. Firmammo intese con il Governo sulle Infrastrutture e sul rilancio delle aree terremotate. Ma in quel periodo nacquero anche il Centro polifunzionale della Protezione civile di Foligno e il Deposito di Santo Chiodo per i Beni culturali. E’ di quel periodo il progetto della Quadrilatero.

Dal punto di vista personale, che esperienza è stata?

 Un periodo incredibile, anche dal punto di vista emotivo. Fu un periodo duro, ma se c’è solidarietà combatti. E’ stato un periodo che ti mette alla prova anche nella capacità di decidere. Senti addosso la responsabilità di fare scelte in grado di incidere sulla vita di centinaia di migliaia di concittadini. Ma avevamo, a supporto, una squadra tecnica di altissimo valore, poi prestata all’Emilia Romagna per gestire il terremoto di lassù. Ricordo con grande dispiacere la campagna mediatica di alcune reti nazionali contro di noi, attacchi pesanti. Ma restano nella mente anche le serate e gli occhi delle persone che ricevevano le chiavi delle casette di legno e le case popolari. Ricordo con grande piacere anche l’iniziativa organizzata da Vissani il 26 dicembre 1997 a Colfiorito, con una cena per tutti i terremotati. Alla fine sono contenta di aver partecipato e contribuito a scrivere una pagina della nostra storia”.

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