Vento di secessione nel Lazio, Orvieto strizza l’occhio ad Acquapendente

La bufera-sanità nel Lazio alimenta un vento di secessione ad Acquapendente che medita di passare con l’Umbria. Mentre ad Amatrice il consiglio comunale ha già dato l’ok al referendum per l’annessione, con tutta probabilità, con le Marche, nel comune del viterbese a confine tra Umbria e Toscana si sta ancora in fase si studio. Intanto, sulle orme del comune reatino, il consiglio comunale di Acquapendente ha deciso all’unanimità di presentare ricorso al Tar contro la decisione della giunta regionale del Lazio di declassare il suo ospedale in Casa della Salute.

“Noi siamo il paese più a nord del Lazio – ha dichiarato di recente il sindaco Alberto Bambini – si rischia di fare anche due ore di macchina per trovare un ospedale. Ora ci si prospetta l’imbarazzo della scelta, tra Umbria e Toscana, due regioni che hanno riorganizzato bene la sanità e certo stanno meglio del Lazio. Ma la secessione – conclude il sindaco – avrebbe tempi molto lunghi”. Nel frattempo il sindaco di Orvieto, Giuseppe Germani, “corteggia” il collega acquesiano e mette a disposizione delle emergenze di Acquapendente il pronto soccorso dell’ospedale “Santa Maria della Stella”.

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