Ast, la partita si sdoppia, il cardinale Bassetti: “Renzi mi ha rassicurato”, Almunia lapidario

TERNI – La partita sul futuro dell’Ast si “sdoppia”. Saranno due, infatti, i tavoli rispetto ai quali sarà portata avanti la vertenza: un tavolo al Mise sul quale il Governo, azienda e istituzioni affronteranno le questioni dei costi energetici, delle materie prime e delle infrastrutture (questioni che per altro sono rimaste fuori dal “lodo Guidi”), l’altro, a livello locale, intorno al quale le parti si confronteranno su questioni tecnico-organizzative e occupazionali dello stabilimento. A tal proposito per giovedì e venerdì sono già state fissate due riunioni a Terni che si svolgeranno nello stabilimento di viale Brin.

La sensazione è che comunque la partita vera sarà giocata dal Governo a Roma. A piombare su una vertenza, che è ancora tutta da affrontare, è arrivato ieri sera l’annuncio a sorpresa dell’amministratore delegato dell’Ast, Lucia Morselli, secondo cui la Thyssen potrebbe anche non vendere. Con quale contropartita e con quale prospettiva per Terni non è dato saperlo. Così come non si può sapere quanto di tattica c’è in quelle parole. Certo un dubbio sorge spontaneo: avranno influito o meno i contatti che il premier Renzi ha avuto sabato con il magnate indiano dell’acciaio Sajjan Jindal, presidente di Jsw Steel? Difficile saperlo. Resta il fatto che a poche ore da quell’incontro e dopo le dichiarazioni dello stesso Renzi che alla Festa dell’Unità di Bologna ha detto che “penso a Terni perché se non riparte la siderurgia non esiste politica industriale”, la Thyssen ha rimescolato le carte in tavola. Forse la multinazionale tedesca prova a giocarsi una partita più ampia di quella di Terni. Non a caso proprio ieri è circolata l’indiscrezione che vedrebbe la multinazionale tedesca interessata anche all’acquisto dell’Ilva di Taranto. Rumors che al momento non hanno trovato conferma.

Al di là quindi delle ipotesi resta il fatto che i giorni corrono e la scadenza del 4 ottobre non è poi così lontana. Se non si dovesse raggiungere un’intesa alternativa, la Thyssen sarebbe libera di procedere con i licenziamenti.

Di Ast si è parlato anche nell’incontro tra il premier Renzi e il cardinale di Perugia Bassetti nell’ambito di un incontro che si è tenuto oggi a Roma tra il presidente del Consiglio e i rappresentanti della Santa Sede. Al termine del pranzo, il cardinale Bassetti ha riferito che “Il premier Matteo Renzi mi ha rassicurato per Terni”. Senza aggiungere altro, lascia intendere che ci sia uno spiraglio.

“Forte preoccupazione per le famiglie e per il lavoro” è emersa, invece, nel corso di un lungo colloquio sulla situazione dell’Ast tra il vicepresidente del Parlamento europeo Antonio Tajani e monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Durante la discussione tra l’ex commissario Ue all’industria e l’ex vescovo di Terni, si sono sottolineati gli elementi chiave del piano Ue per l’acciaio (dal costo dell’energia all’utilizzo dei rottami) che potrebbero essere utilizzati per “far fare un salto di qualità” al piano industriale per l’Ast.

Intanto, proprio in risposta a un’interrogazione di Tajani, il commissario Ue alla concorrenza, Joaquin Almunia ha detto che “secondo le informazioni attualmente in possesso della Commissione, non sembra che il piano industriale annunciato sia in contrasto con l’impegno a mantenere e sviluppare Ast come operatore forte e attivo nel mercato dei laminati a freddo”. Almunia ha assicurato l’interesse sulla vicenda e ha aggiunto che bruxelee”è consapevole del fatto che Tk prevede un ridimensionamento delle capacità e del personale nel settore della produzione di acciaio inossidabile laminato a freddo di Ast””ma che intende anche “riposizionare questa società nel comparto dei prodotti laminati a freddo di gamma superiore, per aumentarne la produzione al 30%. Tk prevede anche di aumentare del 30% la fabbricazione di tubi di acciaio inossidabile del Tubificio di Terni”.

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