Ast, si rompe la trattativa, il Governo “frena” l’azienda sui licenziamenti

La trattativa per l’Ast si rompe poco prima delle una di notte, proprio mentre al Senato si chiudeva la seconda votazione sulla fiducia al Governo per il Jobs act. Azienda e sindacati hanno rigettato la proposta d’accordo. Impossibile trovare un’intesa e ora si aprono scenari a dir poco preoccupanti: l’Ast avrebbe pronte le lettere di licenziamento, quelle 550 inviate già a luglio e poi “stracciate”, mentre i sindacati ritengono necessario un confronto con i lavoratori. Da parte del Governo è arrivata la richiesta alla proprietà di attendere prima di compiere atti unilaterali come l’invio delle lettere di messa in mobilità.

“Il Governo – spiegano i sindacati all’uscita – ha sottoposto alle parti una proposta che è stata ritenuta insufficiente dalle Organizzazioni sindacali rispetto alle posizioni espresse fino a ieri pomeriggio. Le organizzazioni sindacali rispetto a quanto determinatosi ritengono necessario ed urgente organizzare le assemblee con tutti i lavoratori che cominceranno oggi (giovedì 9 ottobre ndr.) alle 12,30”.

Un passaggio, quest’ultimo, che letto insieme alle dichiarazioni della presidente della Regione, Catiuscia Marini (nel suo profilo facebook ha scritto: “Usciti ora…con la speranza che le prossime ore siano di riflessione…e che non ci siano atti unilaterali”) lascia intendere che le parti potrebbero tornare ad incontrarsi.

Alla rottura si è arrivati dopo che la proposta avanzata dal ministro Guidi e dal sottosegretario Delrio è stata boccia sia dall’azienda che dai sindacati. Le parti, su questo punto “d’accordo”, hanno giudicato irricevibile l’ipotesi di accordo. Proposta che prevede che il piano industriale dell’azienda sia cambiato nel senso dell’impegno a garantire il mantenimento del sito industriale e della capacità produttiva dell’area a caldo e dell’area a freddo. Previsti quindi investimenti per 110 milioni più lo spostamento a Terni della linea di laminazione di Torino ed il rafforzamento della struttura commerciale sia sul mercato italiano che su quello internazionale. Si riduce così l’impatto occupazionale, da 550 unità a 290, da gestire – secondo la proposta del Mise – con procedure di mobilità volontaria e incentivata.

Il Governo ha inoltre offerto un’azione attiva di ricollocamento dei lavoratori eventualmente residuali dal processo di uscita. Sono confermati apprendistato e contratti a termine. In questo quadro il Governo ha proposto una mediazione che consente il mantenimento di importanti istituti contrattuali e il rinvio al confronto in sede aziendale per altri istituti del contratto integrativo.

Il lodo Guidi-Delrio è stato sottoposto all’esame delle parti intorno alle 22, dopo che azienda e sindacati nazionali e locali, sono stati incontrati dai rappresentanti del Governo separatamente. Dopo un’ora di riflessione separata, le parti sono tornate davanti ai rappresentanti del Governo per respingere la proposta. Si sono vissuti momenti davvero difficili con il ministro Guidi che, pare, sia andata su tutte le furie.

Dopo l’ennesimo tira e molla, la trattativa è naufragata nella notte ed ora è difficile prevedere che cosa succederà. Sta di fatto che l’azienda potrebbe inviare già dalla mattina di oggi, giovedì, le lettere di licenziamento pronte da luglio. Per amor di verità, va detto che la legge prevede circa tre mesi di tempo affinché la procedura divenga effettivamente operativa. Ma l’invito del Governo a non mettere in atto per ora iniziative unilaterali, potrebbe dare il tempo alle parti di riorganizzare le “idee” in vista di un probabile prossimo nuovo appuntamento.

Tornando all’azienda, ha chiesto alle ditte esterne uno “sconto” del 20 per cento sui contratti in essere fino a dicembre. Le ditte, interessate sono, tra le altre Ilserv e Pallotta, che subito dopo si sono riunite presso Confindustria a Terni per valutare la richiesta. La risposta è attesa per domani alle 10. Un’iniziativa giunta proprio nel cuore della trattativa al Mise, che qualcuno ha letto come l’ennesima provocazione da parte dell’azienda.

2 pensieri riguardo “Ast, si rompe la trattativa, il Governo “frena” l’azienda sui licenziamenti

  • Ott 9, 2014 in 7:42
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    Spero che le conclusioni di questa notte vengano considerate interlocutorie. Da parte dei Lavoratori e delle Istituzioni occorre freddamente tenere la barra diritta verso gli obiettivi di consolidamento della Fabbrica e non lasciarsi pervadere da una pur giusta rabbia. L’auspicio è che TK non compia atti unilaterali e provocazioni, mantenendo aperta una finestra di dialogo. Da parte del Governo mi aspetto un passo in avanti nella riproposizione aggiornata di un lodo.

  • Ott 9, 2014 in 10:27
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    SIGNORI INUTILE GIRARE INTORNO AL PROBLEMA,LA THYSSEN VUOLE PORTARE IL LAVORO E LA TECNOLOGIA DELLA TERNI IN GERMANIA.QUESTO E IL DISEGNO CHE HANNO SEMPRE AVUTO IN MENTE.SONO NAZIONALISTI NON DIMENTICHIAMOLO,ANCHE SE POI LORO DOVESSERO USCIRE DALL’ACCIAIO,CONSEGNANO TUTTE LE NOSTRE CONOSCENZE E I NOSTRI PRODOTTI,I NOSTRI CLIENTI ,AD AZIENDE TEDESCHE.
    SECONDO ME BISOGNEREBBE TROVARE UN ACQUIRENTE O IN ITALIA O ALL’ESTERO,CON PIANI BEN PRECISI,E QUI DEVE INTERVENIRE IL NOSTRO GOVERNO DI PRIMA PERSONA.
    NON SI PERDA ALTRO TEMPO.I NOSTRI GOVERNANTI DEVONO ANDARE IN GERMANIA A TRATTARE DIRETTAMENTE CON LA PROPRIETA,E LASCIARE PERDERE QUESTA SIGNORA CHE SI E PRESENTATA CON A.D SENZA CONOSCERE NEMMENO I PROBLEMI.
    QUESTA DOVEVA SOLTANTO TAGLIARE E RISCUOTERE LA PARCELLA.
    A QUESTA NON FREGA NIENTE DI TERNI.

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