Donna trovata morta a Spoleto: uccisa dal compagno che minaccia di suicidarsi
E’ stato convinto dalla polizia a non gettarsi nel vuoto dopo una “lunga ed estenuante opera di persuasione” l’uomo bloccato a Spoleto sul ponte delle Torri, già più volte teatro di numerosi suicidi. Si tratta del compagno di una trentaseienne, Laura Papadia trovata morta in casa e per la quale si sospetta un femminicidio. L’uomo, Nicola Gianluca Romita, di 48 anni, è stato condotto presso gli uffici del Commissariato e la sua posizione è al vaglio degli inquirenti. Secondo la ricostruzione degli investigatori, una volante della polizia aveva individuato presso il ponte delle Torri un uomo, già noto alle forze dell’ordine, che minacciava di suicidarsi. Visibilmente agitato, ha fatto intendere agli agenti di avere compiuto un atto violento. Un’altra pattuglia si è quindi portata presso l’abitazione dove il quarantasettenne conviveva con la compagna al fine di verificare quanto da lui dichiarato. Con l’ausilio dei vigili del fuoco, gli agenti sono entrati all’interno dell’abitazione dove hanno trovato il corpo della donna. La vittima, originaria di Palermo, è stata trovata in un’abitazione di un palazzo storico in via Porta Fuga, in corso Garibaldi. Secondo una prima ricostruzione, a dare l’allarme è stato lo stesso compagno. La donna lavorava in un supermercato del gruppo Gabrielli. Stamattina doveva recarsi al lavoro ma non si è presentata. A quel punto alcuni colleghi hanno provato a chiamarla al cellulare ma nessuno ha risposto. Nicola Gianluca Romiti è, invece, un rappresentante di vini. La coppia, non molto conosciuta in città, era arrivata a Spoleto da poco più di due anni e non aveva figli. Sul posto sono arrivati la dirigente della squadra Mobile di Perugia, Maria Assunta Ghizzoni, il procuratore della Repubblica Claudio Cicchella con il sostituto Alessandro Tana e la dirigente del Commissariato di polizia di Spoleto Antonella Fuga Paglialunga. Nell’abitazione dove si è consumato il femminicidio anche il medico legale incaricato dagli inquirenti per la ricognizione cadaverica.