Legge regionale sul terremoto, ok dall’Aula. Disco verde anche all’emendamento Spoleto

PERUGIA – Via libera alla legge regionale sul terremoto del 2016. Dopo una lunga fase partecipativa e una battaglia consiliare piuttosto aspra, è arrivato il via libera al provvedimento che si propone di avviare una nuova fase per la ricostruzione della Valnerina e delle aree danneggiate. Approvato anche l’emendamento Spoleto, quello che reintroduce il Comune nelle zone con maggiori vantaggi, però limitatamente a quelle danneggiate dal sisma.

Hanno votato a favore la maggioranza e Claudio Ricci, che ha detto che la sua decisione è linea con quanto annunciato a inizio legislatura, ovvero di una “opposizione costruttiva” da portare avanti. Astenuti M5S, Lega, Fdi e Fi e Sergio De Vincenzi.

ll presidente della Seconda Commissione Eros Brega (relatore di maggioranza) ha spiegato che il ddl è suddiviso in due parti, la prima contiene norme per la ricostruzione delle aree colpite dagli eventi sismici del 24 agosto, 26 e 30 ottobre 2016 e successivi. La seconda parte, invece, introduce modificazioni ed integrazioni ad altre leggi regionali. L’obiettivo della legge è quello di contribuire alla riduzione della vulnerabilità sismica e alla riqualificazione sotto il profilo paesaggistico e della sostenibilità ambientale, perseguendo anche la finalità di promuovere lo sviluppo socio-economico del territorio regionale interessato dagli eventi sismici. Le disposizioni normative sono integrative rispetto alle normative statali ed ai provvedimenti del Commissario del Governo per la ricostruzione e prevalgono sugli strumenti urbanistici comunali. Vengono definiti tre ambiti di applicazione: tutti i Comuni della Valnerina e Spoleto; I comuni maggiormente colpiti: Norcia, Cascia, Preci, Monteleone di Spoleto ed una parte del Comune di Spoleto (su questo ultimo è stato si propone uno specifico emendamento); tutti i comuni che hanno subìto comunque danni conseguenti agli eventi sismici in questione.
Nella sua relazione, Brega ha ricordato che nel Ddl è previsto, in particolare: il ‘Master plan’ per lo sviluppo della Valnerina e Spoleto  utile a RACCORDARE LA FASE DI RICOSTRUZIONE CON QUELLA DELLO SVILUPPO delle aree maggiormente colpite; la RIDUZIONE DELLA VULNERABILITÀ SISMICA E il  RAFFORZAMENTO della percezione di sicurezza delle popolazioni; viene affrontato il tema delle DELOCALIZZAZIONI, laddove le condizioni delle aree di sedime attuali di edifici e insediamenti non siano in grado di garantire sicurezza o per incrementare la sicurezza degli insediamenti e degli spazi pubblici. Viene previsto  per tutti i Comuni del cratere un MIGLIORE RACCORDO CON LA PIANIFICAZIONE DI PROTEZIONE CIVILE. Particolare attenzione viene posta alla RIPIANIFICAZIONE, per riqualificare e mettere a sistema le aree trasformate a seguito del sisma e delle attività svolte nella fase di emergenza. Previsti,con diversi gradi di flessibilità, interventi sull’assetto planivolumetrico degli edifici, con particolari attenzione a quelli che contigui con altri immobili. Tra le integrazioni al testo di legge proposte in Commissione, Brega ha ricordato, oltre all’inserimento di Spoleto nel Master Plan per lo sviluppo, l’istituzione della Consulta regionale per la ricostruzione, della quale potrà avvalersi l’Osservatorio,che mira a favorire il raccordo tra il mondo dell’associazionismo e gli organi istituzionali e di cui faranno parte i rappresentanti delle associazioni interessate alle attività di ricostruzione. In merito a tecnologie edilizie e nuovi materiali per la ricostruzione viene previsto l’utilizzo di sistemi innovativi che impieghino anche materiali tradizionali e nuovi, preferibilmente di produzione locale. Gli interventi di ristrutturazione urbanistica degli edifici rurali esistenti saranno consentiti ad una distanza non superiore ai 50 metri dall’edificio abitativo o ricettivo anche di altra proprietà, al fine di favorirne l’accorpamento agli insediamenti esistenti. Non viene invece previsto il piano attuativo per i centri storici. Le procedure, gli interventi e gli adempimenti che pone il disegno di legge in deroga anche alle norme della legge regionale ‘1/2015’ (Testo unico dell’urbanistica) – ha rimarcato Brega – dovranno trovare avvio nei prossimi 5 anni. In sostanza, le disposizioni contenute nella prima parte della legge hanno natura di normativa speciale destinata a fronteggiare le conseguenze del sisma in questione, ed hanno quindi una efficacia circoscritta nel tempo.

Brega ha infine ricordato che uno dei punti su cui la Commissione ha più dibattuto riguarda il nuovo ruolo previsto per ‘Umbria Salute e Servizi’ quale centrale di committenza e soggetto aggregatore unico regionale anche per la gestione del terremoto, che l’architettura normativa nazionale rende obbligatorio e con il trasferimento di alcuni servizi svolti oggi svolti da Umbria Digitale. Brega ha invitato a “non strumentalizzare la questione perché in merito ci sono stati diversi incontri in Commissione con la Giunta ed i sindacati e non sembrano emergere problemi occupazionali rispetto al personale, anche precario, di Umbria digitale che ritornerebbe invece ad espletare quei compiti specifici originariamente previsti. La Seconda Commissione – ha comunque assicurato Brega – è disponibile ad affrontare nuovamente questo tema. Brega ha tenuto anche a rimarcare come la Commissione si sia soffermata nella valutazione della richiesta del Comune di Spoleto di ricomprendere una parte del proprio territorio, quella più colpita dal sisma (e definita dal Consiglio comunale) nelle normative specifiche previste per i comuni della Valnerina maggiormente colpiti. Su questo – ha annunciato – è pronto un emendamento a firma congiunta con il consigliere Leonelli, ma con l’auspicio che possa essere sottoscritto da tutti i consiglieri che lo condivideranno.

Andrea LIBERATI (M5S-Relatore di minoranza) ha ricordato che “in Commissione ci siamo astenuti per disincanto rispetto ad un PROVVEDIMENTO LEGISLATIVO CHE NON FAVORIRÀ LA RICOSTRUZIONE, MA SARÀ CON OGNI PROBABILITÀ DI OSTACOLO.  Il ragionamento deriva dai ripetuti interventi delle associazioni di categoria, Reti tecniche, Assoindustria, Legacoop e da altri protagonisti nel corso delle fasi partecipative in Commissione dove tutti hanno lamentato l’insufficiente coinvolgimento da parte della Giunta nella stesura del testo. Negli incontri partecipativi organizzati dalla Commissione hanno presentato molte osservazioni nelle quali viene rimarcato come il documento legislativo in questione non sia al servizio degli interessati, ma anzi risulta particolarmente complesso sia nella lettura che nella applicabilità. Nelle altre Regioni interessate non esiste un testo composto da oltre 70 articoli: Lazio ed Abruzzo fanno capo alla legislazione nazionale, la Regione Marche ha dato vita ad una ‘leggina’, mentre l’iniziativa legislativa dell’Emilia Romagna è composta da 19 articoli. Emerge una promiscuità tra la normativa regionale e quella nazionale. I costi andrebbero sbilanciati verso la qualità dei progetti e non nelle procedure burocratiche. Sarebbe necessaria una normativa unica nazionale per le catastrofi naturali. Si tratta di un tema che va affrontato in maniera organica, intorno ad un tavolo per legiferare in modo diverso. I professionisti continuano a ricordarci che per ricostruire i borghi ci si imbatte in situazioni drammatiche a causa della burocrazia. La Soprintendenza in modo autoreferenziale boccia progetti. Serve un ragionamento politico ampio per rispondere alle esigenze dei cittadini. Un errore grandissimo è stato quello di accentrare sui livelli istituzionali centrali la ricostruzione post sisma 2016. manca un confronto ad alto livello per far sì che Regioni abbiano un vero ruolo. Questa legge doveva tener conto delle problematiche rimaste ancora aperte dal sisma del ‘97, come le fasce G ed N rimaste ferme e di migliaia di immobili non ancora risistemati. Ci sono anche 300 famiglie che hanno anticipato i loro soldi e che ancora non sono state rimborsate. La sovrapposizione di normative di ogni genere crea problemi oggettivi. Rispetto alla questione Umbria Salute e Servizi e Umbria Digitale è una vicenda delicatissima inserita forzatamente nella legge causando incertezze e preoccupazione nel personale. Rispetto al previsto Master Plan si tratta di uno strumento non sentito come risolutivo, ma soltanto come un manifesto di buoni propositi politici. Positivo il passaggio rispetto al prg per Norcia che rappresenta un vuoto legislativo su cui cui era opportuno che la Regione intervenisse”.

INTERVENTI
Catiuscia MARINI (presidente Regione Umbria): “A due anni dal sisma del 24 agosto 2016 in Umbria la ricostruzione è avviata, mentre si stanno completando gli ultimi interventi legati all’emergenza e all’assistenza alla popolazione. Di fronte alle devastazioni causate dagli eventi sismici sono state fatte scelte precise per evitare lo spopolamento del territorio montano e si è intervenuti fin da subito per far ripartire le imprese danneggiate e le attività legate all’agricoltura e alla zootecnia con azioni di sostegno e di rilancio delle attività produttive, turistiche, commerciali, artigianali e agricole. Abbiamo dovuto adottare un MODELLO DIVERSO DAL PASSATO, CON UN COORDINAMENTO E UNA REGIA UNICA NELLA GESTIONE DELLA RICOSTRUZIONE PER TUTTE E QUATTRO LE REGIONI INTERESSATE DAL SISMA. L’intensità e gravità del danneggiamento ci ha imposto di agire in maniera diversa rispetto al passato. In certi casi si impone una demolizione e una ricostruzione. Poi ci sono i piccoli comuni di montagna, che presentano problematiche diverse da quelle del ‘97. Il modello indicato impone uffici speciali per la ricostruzione, le Regioni hanno proposto di indicare uffici della ricostruzione per singoli Comuni, ma è stato scelto un modello che tende a unificare la governance per le spese. Norcia, Cascia e Preci avevano i numeri più elevati di beni danneggiati, se avessimo scaricato su questi Comuni anche le ricostruzioni delle case con le regole dei comuni, lo Stato avrebbe abbandonato il modello di ricostruzione, invece è un sistema coordinato e condiviso. Abbiamo affrontato più aspetti, 30mila fra schede Fast e Aedes, la Regione ha gestito la delocalizzazione temporanea delle attività produttive, un lavoro amministrativo di cui si sono fatti carico Regione e Comuni interessati. Il ddl è operativo sulla parte di competenza dell’amministrazione regionale. Se ci saranno emendamenti li esamineremo. Non possiamo normare tutto ciò che la legge riserva esclusivamente alle norme nazionali. Il quadro è definito nei provvedimenti nazionali: commissario per la ricostruzione, vice-commissari i presidenti di Regione, Comuni che sono parte del procedimento amministrativo e sono stati dotati di personale aggiuntivo, anche se scadrà a fine anno e bisognerebbe prorogare i contratti. I professionisti si confrontano con i tecnici dell’ufficio, si valuta tutto e si rilasciano le autorizzazioni. ESISTE UNA DIVERSA GRAVITÀ PER I COMUNI PIÙ PESANTEMENTE DANNEGGIATI: NORCIA CON INTERI ABITATI RASI AL SUOLO, ALTRE FRAZIONI COME ANCARANO, CASTELLUCCIO, ALCUNE FRAZIONI DI PRECI E ANCHE SU EDIFICI DI CASCIA CI SONO PROBLEMATICHE RILEVANTI; IN QUESTI CASI NON CI PUÒ ESSERE RICOSTRUZIONE SOLO CON LA NORMATIVA EDILIZIA ESISTENTE. QUINDI IL DDL INNOVA E DEDICA UNA NORMA SPECIALE PER FRONTEGGIARE ALCUNI ASPETTI URBANISTICI. Ad esempio Norcia aveva appena adottato, prime del sisma, il nuovo Piano regolatore, che ora non è più attuabile. Si tratta di una normativa tecnica che lavora soprattutto per dettare una tempistica ridotta, altrimenti la ricostruzione non potrebbe ripartire. C’è stata anche una adeguata partecipazione, che ha portato a norme generali sui fabbricati. Mi fa rabbia vedere che per la ricostruzione post terremoto di Ischia sia prevista una sanatoria generale per tutte le case abusive. Noi abbiamo lavorato come siamo abituati a fare, evitando abusi edilizi e dando priorità alla sicurezza. Non si possono usare due pesi e due misure. Mi auguro che la verifica di costituzionalità dia piena approvazione alle norme. Per la parte edilizia ci sono aspetti che devono essere ripensati sullo stato dei Comuni, per i beni danneggiati a Perugia o a Foligno si può agire con le norme esistenti, dentro il cratere però ci sono quattro comuni in uno stato ben diverso, e la legge non poteva trattare allo stesso modo cose diseguali. Auspico l’approvazione della legge, lasciando aperto l’esame di altri aspetti che possano essere sfuggiti alla prima verifica, ma cui si potrà ovviare con la legge di bilancio. Senza legge regionale teniamo ferma una parte della ricostruzione, come per le attività agricole, invece abbiamo un’occasione di una ricostruzione per non rifare come eravamo ma anche per migliorare e riqualificare. NORME IMPORTANTI, CHE SONO INCENTIVO PER FARE EDIFICI NON SOLO SISMICAMENTE PIÙ ADEGUATI MA ANCHE AFFRONTARE ASPETTI URBANISTICI, CON IL COMUNE LIBERO DI IDENTIFICARE NON SOLO LA RICOSTRUZIONE MA ANCHE LA RIQUALIFICAZIONE DEI LUOGHI E DELLE COSTRUZIONI. Infine, sorrido sulla parte socioeconomica. La legge dice che non c’è ricostruzione senza continuità della vita economica e sociale. Parallelamente alla ricostruzione edilizia e alla compatibilità con il paesaggio, con legge, non con un mandato di governo, si impegna a dire che la ricostruzione ha bisogno di un canale economico e sociale che supporti la comunità. Nelle esperienze precedenti, dando la precedenza a ricostruire come era prima, si è scoperto che le attività economiche non avevano atteso i tempi della ricostruzione e si erano spostate, lasciando così zone inabitate. Importante dunque poter avere UN CANALE NORMATIVO IL CUI MASTERPLAN LO FA LA REGIONE INSIEME A COMUNI E OPERATORI ECONOMICI, PER AVERE SERVIZI CHE PRIMA NON C’ERANO E ORA POTRANNO ESSERE IDENTIFICATI, PENSIAMO AI SERVIZI SANITARI, ALLA SCELTA SULLE SCUOLE DA RIFARE. Altro esempio: su Castelluccio si può fare una ricostruzione senza pensare alla mobilità alternativa che ci viene chiesta da anni? Il masterplan serve per scelte di medio e lungo periodo, per scelte autonome dalla ricostruzione in senso stretto. CONCLUSA L’EMERGENZA È OPPORTUNO AVERE UNA GOVERNANCE PROSSIMA AI CITTADINI E ALLE LORO ESIGENZE. Ne parleremo da giovedì con il commissario nominato dal governo”.

SCHEDA:
Il disegno di legge punta allo sviluppo economico delle aree colpite, alla semplificazione, alla sicurezza reale e percepita, alla qualità dell’edilizia con l’utilizzo di tecnologie innovative, alla prevenzione.
Viene previsto l’Osservatorio sulla ricostruzione, con funzioni di monitoraggio sulle attività di ricostruzione, al fine di verificarne lo stato d’avanzamento e si avvale della collaborazione dell’Ufficio Speciale Ricostruzione Umbria. L’Osservatorio sarà composto da personale dipendente della Regione e  al suo funzionamento si provvederà nell’ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente. Verrà istituita la Consulta regionale per la ricostruzione, composta da rappresentati delle associazioni interessate alle attività di ricostruzione e della quale può avvalersi l’Osservatorio sulla ricostruzione.
In merito alle Politiche per lo sviluppo e coordinamento con le attività della ricostruzione si darà vita al Master Plan per lo Sviluppo della Valnerina e del Comune di Spoleto, si tratta di un documento di indirizzo pluriennale nel quale vengono individuate le direttrici chiave e le direttrici di accompagnamento per lo sviluppo delle aree colpite dagli eventi sismici. Viene istituito il Comitato istituzionale dell’Umbria dove verranno discusse e condivise le scelte strategiche per la programmazione e l’attuazione delle politiche e degli interventi previsti nel Master Plan.
I Comuni maggiormente colpiti  (Norcia, Cascia, Preci e Monteleone di Spoleto) potranno revocare le PREVISIONI DEI PRG adottati se ostative per la realizzazione degli interventi di ricostruzione e potranno disapplicare alcune disposizioni del testo unico in materia di governo del territorio quali, ad esempio quelle che prevedono la distanza degli insediamenti dagli allevamenti zootecnici. Prevista la riduzione della fascia di transizione dalle AREE BOSCATE per alcuni interventi funzionali alla ricostruzione e per eventuali ampliamenti di insediamenti produttivi e per servizi esistenti. I beni sparsi di interesse storico, architettonico e culturale devono mantenere le caratteristiche tipologiche ed architettoniche degli edifici. Qualora il Comune ritenga necessario provvedere ad una ‘RIPIANIFICAZIONE’ delle previsioni vigenti (Prg), in conseguenza degli interventi realizzati in fase di emergenza e da realizzare per la ricostruzione, al fine di migliorare le condizioni di sicurezza del territorio e riqualificare gli insediamenti esistenti. Vengono disciplinate e accelerate le PROCEDURE SEMPLIFICATE per l’approvazione delle varianti generali  e delle varianti parziali agli strumenti urbanistici comunali, effettuate anche attraverso piani attuativi. Prevista la possibilità di presentare la Scia in sanatoria in caso di interventi edilizi su edifici privati  realizzati prima degli eventi sismici del 24 agosto 2016 in assenza o in difformità alla SCIA. Viene ammesso l’UTILIZZO DI TECNOLOGIE EDILIZIE E MATERIALI INNOVATIVI, pur mantenendo il riferimento ai caratteri tipologici e architettonici degli edifici esistenti. Nelle zone rurali, per gli edifici residenziali è ammessa la DELOCALIZZAZIONE a seguito delle risultanze documentate di studi di microzonazione sismica o per cause impeditive dovute a dissesti del terreno. La ricostruzione di edifici delocalizzati è ammessa in aree dove sono già presenti altri edifici, e preferibilmente in presenza di infrastrutture pubbliche per l’accessibilità, e dove potrà essere assicurato il più adeguato inserimento paesaggistico degli interventi. Inoltre, è previsto il ripristino ambientale delle aree ove era presente l’edificio demolito.  Viene ammessa la riduzione del numero di piani e l’ampliamento dell’area di sedime a parità di superficie costruita.  I beni immobili di interesse storico possono essere delocalizzati solo se distrutti o gravemente danneggi. Eventuali PREMIALITÀ sono legate ad interventi di sostenibilità ambientale. In caso di delocalizzazione di attività zootecniche destinate a ricovero animali, l’incremento di superficie è possibile al fine di garantire condizioni ambientali favorevoli al miglioramento del benessere animale. Nei CENTRI STORICI E BORGHI CARATTERISTICI sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, il risanamento e restauro e la ristrutturazione edilizia; viene eliminato l’obbligo di dotarsi in via preventiva del piano attuativo qualora si ricorra ad interventi di ristrutturazione edilizia che prevedano modifiche di sedime e di sagoma. Per gli edifici ricadenti negli insediamenti prevalentemente residenziali si consente elasticità negli interventi di ristrutturazione e ricostruzione, con possibilità di ridurre numero di piani e altezze e di ampliare l’area di sedime.
Per innalzare la capacità di resistenza sismica dell’isolato, è consentita la riduzione dei piani di alcuni edifici, per raggiungere la minore altezza degli edifici adiacenti o uniformare la stessa, in deroga a densità edilizia, distanze e altezza, fatti salvi i diritti di terzi. Tutti gli interventi ricadenti all’interno di insediamenti produttivi e per servizi hanno anche la finalità della riqualificazione dal punto di vista paesaggistico e della sostenibilità ambientale. Gli edifici danneggiati e ubicati in zone suscettibili di instabilità possono essere delocalizzati, ma all’interno di aree già destinate ad insediamenti dallo strumento urbanistico generale comunale. La delocalizzazione può comportare l’utilizzo parziale di aree contigue al sito originario, aventi diversa destinazione, senza necessità di variante urbanistica. Obiettivo primario del ddl è la RIQUALIFICAZIONE DELLE AREE interessate da insediamenti temporanei: Le aree in cui i Comuni hanno realizzato gli insediamenti temporanei in caso di loro dismissione parziale, totale o di riutilizzo delle aree stesse, devono essere oggetto di riqualificazione urbanistica al fine di migliorare e garantire un ordinato assetto e inserimento nel tessuto edilizio esistente e nel contesto paesaggistico.
Prevista una tempistica certa a carico dei Comuni che hanno subito danni a seguito del sisma del 2016 affinché adottino o aggiornino i PIANI DI PROTEZIONE CIVILE in particolare rispetto al rischio sismico. I Comuni dovranno individuare nei propri piani urbanistici aree ed edifici pubblici da utilizzare in eventi emergenziali per il ricovero e la prima assistenza della popolazione, prevedendo anche il riutilizzo parziale o totale delle strutture realizzate in fase di emergenza. I manufatti pertinenziali di edifici residenziali, per servizi o produttivi, nel limite di 40 mq. di SUC, realizzati a seguito degli eventi sismici del 2016 e 2017, o comunque che in futuro saranno realizzati, e che insistono nei Comuni di Norcia, Cascia, Preci e Monteleone di Spoleto, potranno essere utilizzati come presidi abitativi di emergenza o per attività produttive o per servizi. L’utilizzo viene tuttavia circoscritto nel tempo. Vengono definite TEMPORANEE tutte le opere per l’emergenza ed al completamento degli interventi di ricostruzione vanno ripristinate le condizioni antecedenti l’evento sismico. Il processo di ricostruzione dei territori colpiti dal sisma deve tenere conto del paesaggio e dei suoi valori identitari. Per il corretto inserimento paesaggistico vengono individuate alcune tipologie di intervento che possono avere un particolare impatto sul paesaggio alle quali si applicano. La VERIFICA PAESAGGISTICA comporta il rilascio da parte del soggetto competente di un apposito parere necessario ai fini dell’approvazione dell’intervento dichiarato paesaggisticamente rilevante. In merito all’attività di VIGILANZA E CONTROLLO sulle costruzioni in zona sismica vengono definite le modalità di presentazione della documentazione ai fini sismici da depositare presso l’Ufficio speciale per la ricostruzione tramite la piattaforma MUDE, e si prevede che il sorteggio per i controlli a campione sui progetti depositati  sia demandato all’Ufficio speciale per la ricostruzione mentre i controlli in cantiere sul campione dei progetti depositati viene posto in capo alla struttura regionale competente in materia sismica. Si potranno realizzare interventi edilizi per la ricostruzione su edifici ricadenti in specifiche zone del PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO (PAI) laddove vi sia preventivamente una specifica verifica geo-idrologica positiva effettuata da una tecnico incaricato

 

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