Ospedale Spoleto, il Tar: ” Andavano impugnate altre ordinanze”. Secondo Ko per il Comune in poche ore

Un uno-due pesante per l’ex Sindaco di Spoleto. Dopo aver respinto per la seconda volta il ricorso contro l’atto di sfiducia votato dal Consiglio Comunale, ora arriva la seconda decisione del Tar dell’Umbria sulla trasformazione dell’Ospedale San Matteo degli Infermi in Covid hospital. Due decisioni licenziate in poche ore che, trasferendole in un match di pugilato, sanno di due colpi da Ko, che mettono fuori gioco la precedente amministrazione. Sulla battaglia contro la Regione, in difesa dell’Ospedale della città, i giudici amministrativi decidono di non procedere in quanto da alcuni giorni il San Matteo degli Infermi è tornato ad avere alcuni dei reparti tolti dalla Tesei. A dire la verità non tutti (pediatria, Punto nascita) e con una forte carenza di personale, come hanno denunciato in molti in questi giorni. Per i giudici del Tar (presidente Potenza, a latere Carrarelli e Mattei) però non si può procedere ” per sopravvenuto difetto di interesse”. Ma c’è di più: il collegio giudicante ritiene che il Comune avrebbe dovuto semmai impugnare l’ordinanza 12 di fine gennaio della presidente Tesei e quella successiva di fine aprile, la numero 31, mentre i legali del Comune hanno portato davanti al Tar dell’Umbria soltanto il primo provvedimento della governatrice sull’ospedale di Spoleto, il numero 67 del 22 ottobre. In poche parole l’amministrazione comunale avrebbe dovuto mettere in discussione la legittimità delle ultime due ordinanze della Tesei e non la prima. Non è andata meglio per il pronto soccorso: il comune aveva impugnato due ordini di servizio del direttore sanitario della Asl 2, Camillo Giammartino, con i quali è stato di fatto azzerato il pronto soccorso. Ebbene, per i giudici amministrativi siamo di fronte ad una “improcedibilità dell’impugnazione del Comune”. Tra l’altro, a parere del collegio, i due ordini di servizio sono “consequenziali ” alle ordinanze adottate.