Ospedale Spoleto, tutti contro la Tesei: martedì manifestazione davanti alla Regione.
Nemmeno il Pronto Soccorso è stato salvato. Ora , in caso di urgenza, gli abitanti della città del Festival dei Due Mondi e della Valnerina dovranno raggiungere Terni o Foligno. Una situazione fino a pochi giorni fa inimmaginabile, impensabile. Qualcuno ancora stenta a crederci. In un solo colpo la Tesei toglie ad una delle città più importanti dell’Umbria i principali servizi sanitari, spogliandola di tutto. Con una giunta regionale accondiscendente e silenziosa. Nemmeno una parola di dissenso, nessuna presa di distanza e completamente appiattita su una scelta devastante per una parte significativa dell’Umbria. Basta immaginare i rischi che corre un cittadino di Preci o Monteleone di Spoleto che, in caso di necessità anche urgente, il primo pronto soccorso dove recarsi è distante di oltre un’ora. All’Ospedale di Spoleto resteranno attivi soltanto i servizi di Oncologia, Radioterapia e Dialisi. Tutto il resto sarà trasferito. La città non ci sta, è pronta ad una reazione forte. Le associazioni del City Forum, Confcommercio e Confartigianato lo hanno detto ieri al Prefetto di Perugia Armando Grandone. Sergio Grifoni, Tommaso Barbanera e Stelvio Gauzzi hanno riferito al Prefetto lo stato d’animo della città, l’intenzione di non stare fermi davanti ad una decisione del genere e annunciato che martedì prossimo si ritroveranno davanti a Palazzo Cesaroni per protestare. Nel frattempo i capigruppo si sono riuniti sempre ieri in Comune e – dopo le divisioni dei giorni scorsi – hanno sottoscritto un documento unitario da far pervenire alla Regione con il quale si chiede alla giunta regionale di non dare seguito alla decisione presa. Il Sindaco Umberto De Augustinis ha confermato il ricorso al Tar dell’Umbria per chiedere la sospensione del provvedimento mentre numerosi cittadini stanno raccogliendo le firme per un esposto da presentare alla Procura della Repubblica. Se il Sindaco ricorre al Tar , l’Arcivescovo di Spoleto-Norcia Renato Boccardo esprime preoccupazione per la decisione presa dalla Regione. Anche la Cisl Umbria chiede la immediata ” riattivazione del Pronto Soccorso e non solo di un punto di primo intervento”.