Per la Camera di Commercio “avanza” la ricostruzione in Valnerina: la realtà è un’altra

La ricostruzione post terremoto 2016 avanza, secondo l’analisi fatta dalla Camera di Commercio dell’Umbria sul quadro occupazionale dei 15 comuni del cratere umbro. Un’analisi che evidenzia una dinamica bifronte: da un lato l’aumento degli addetti subordinati, “vero segnale di un’economia che si sta strutturando”; dall’altro, “il declino inarrestabile degli addetti familiari, simbolo del tessuto micro-imprenditoriale della Valnerina”.  Nei 14 comuni più piccoli della Valnerina, senza Spoleto, i lavoratori subordinati sono passati  da 2.562 nel primo trimestre 2015 a 3.187 nel primo trimestre 2025: +24,4%. Un trend continuo, anno dopo anno, a partire dal 2021. Cresce anche il peso relativo: se nel 2015 i dipendenti erano il 53,5% del totale degli addetti, oggi rappresentano oltre il 62%. I cantieri del sisma hanno portato nella Valnerina nuove aziende, soprattutto edili, strutturate e con forza lavoro esterna. Inoltre, alcune imprese locali hanno saputo riorganizzarsi, mantenendo la sede in zona ma lavorando altrove, assumendo nuovo personale. Un altro aspetto sottolineato è l’emersione di lavoro formalmente registrato. Diversi addetti che prima risultavano “familiari” o non contrattualizzati, sono ora assunti con forme regolari. In un’area dove il sommerso aveva un certo peso, anche questo contribuisce a far salire i numeri ufficiali dei subordinati. Nel frattempo gli addetti familiari calano: da 2.229 nel 2015 a 1.945 nel 2025, -12,7%. Una caduta ritenuta figlia di due dinamiche. La prima è generale: in tutta Italia il modello dell’impresa a conduzione familiare regge sempre meno. La seconda è specifica: la “botta del sisma”, l’esodo forzato, la paura di non tornare, con “tante famiglie non hanno ripreso l’attività nei paesi di origine”. Dati che mettono in luce, al di là dell’aumento degli addetti subordinati (legati esclusivamente alla ricostruzione), un quadro molto più complesso di un’analisi sui numeri. In realtà, la ricostruzione presenta tutt’oggi ritardi e disagi con molti borghi ormai spopolati proprio perché tante famiglie non sono più rientrate nei paesi di origine.