Cessione Foligno, le reazioni di Damaschi e Pandalone

Nella serata di ieri il colpo di scena. Il Foligno Calcio, a stagione in corso, passa dalle mani di Roberto Damaschi a quelle di Alessandro Nuccilli. Su quest’ultimo a dir la verità esistono diverse riserve, visto che aveva tentato l’acquisto di ben dodici società (Parma, Cuneo, il Varese, la Lucchese, la Reggina, il Padova, la Carrarese, il Taranto, la Torres, il Monza, il Grosseto e ultimo l’Asti) senza riuscirvi per mancanza di garanzie da parte dello stesso imprenditore romano. Non va poi trascurata l’esistenza di almeno due protesti cambiari a carico di Nuccilli, entrambi risalenti al 2011 per un totale di circa 5.000 euro; il tutto si ricollega alla Tecnoedil 2000, una piccola ditta individuale, senza dipendenti, che si occupa di ristrutturazioni edili e, non essendo una società di capitali, non è disponibile alcun bilancio o fatturato. Sono venute a galla tra stasera e stamane le prime reazioni dei protagonisti. Roberto Damaschi ha affidato ad un lungo post su Facebook le sue impressioni:

Avrei volentieri atteso i prossimi giorni per spiegare le ragioni del passo indietro, ma la vicenda sta prendendo la piega sbagliata ed allora é bene intervenire.

Ritengo che nella vita ci siano delle priorità è per questioni mie strettamente personali devo tagliare le cose ludiche quindi non posso anteporre il calcio a me stesso ed al lavoro.

Vi é poi la presa di coscienza che dopo quasi quattro anni con diverse funzioni non sono riuscito, anche per mie colpe, a costruire un ambiente ed un sistema di “fare calcio”. Questo doveva essere l’anno del cambio di passo, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti, quindi ho tratto le conclusioni, non sono attaccato alla poltrona e non sono uno buono per tutte le stagioni.

Gli ultimi tempi sono stati contraddistinti da contestazioni più o meno latenti, sono stato a più riprese invitato ad andarmene, ho avuto i miei cori d’insulto e scherno, siamo arrivati ai limiti dell’aggressione per altro in presenza di mia figlia, ed ora mi si contesta la cessione della società dopo essere stati accusati di essere una societá assente. Coerenza grazie.

Vogliamo poi parlare di presenze allo stadio? Di introiti da pubblicitá? In estate sembrava che dovesse essere la volta buona per costruire una società partecipata, poi con l’autunno le promesse sono cadute al pari delle foglie. Vogliamo parlare della questione stadio? Zero euro di contributi, ma devi assicurare l’utilizzo gratuito a scuole e terzi soggetti, impianti vetusti ed annunci di interventi a più riprese, ad oggi gli interventi sono stati solo quelli del sottoscritto a titolo personale.

Voglio ringraziare i soci Onori, Botti, Sette, Matilli e soprattutto Raffaele Pandalone il cui comportamento é stato ineccepibile e mi dispiace che non sia stato ricambiato con i giusti risultati. Mi spiace anche per una certa parte di tifosi con i quali si é aperto un rapporto corretto e sincero che spero rimanga tale, avrei voluto fare di meglio, ma purtroppo non ci sono riuscito.

Da domani inizia una nuova era che spero sia un’effettiva ripartenza, spero che possa conseguire risultati migliori dei nostri e che gli venga dato il tempo di spiegare e costruire un progetto, senza la prevenzione latente che si respira….

ho finito la batteria dell’Ipad…..
buona notte….
Roberto Damaschi

E poi arriva anche la volta dell’oramai ex vicepresidente, Raffaele Pandalone, sul quale la piazza riponeva molte speranze di un ritorno ad alti livelli del calcio folignate: “Mi dispiace davvero tanto. Ringrazio tutte le persone che mi sono state vicino dall’inizio per costruire qualcosa di diverso. Di cose ne sono state fatte tante, ma il Foligno è stato legato solo ai risultati. Certo, se ci fossero stati sarebbe stato anche più facile dal punto di vista delle sponsorizzazioni e della visibilità. Perché non ho preso in mano io la situazione? L’idea c’è stata, ma ho dei motivi. Uno è economico, dato che sarei stato da solo ad affrontare varie situazioni, tra cui anche quella dei giocatori che non hanno voluto sentire ragioni. Sono stati fatti sforzi anche maggiori rispetto a quello che era il progetto inziale e la “parte romana” della società che rappresento non poteva portare un fardello cosi fino a fine stagione; poi perché nei prossimi mesi andrò a vivere a Milano e non potevo seguire la cosa così, lontano fisicamente. Ci ho messo l’anima e il cuore dall’inizio, mi dispiace davvero Voglio ringraziare i ragazzi della Curva e i sostenitori che si sono stati vicini. È stata un esperienza breve ma intensa, in cui ho stretto rapporti bellissimi. Poi un pensiero va a Roberto Damaschi, una persona che ci ha messo la voglia e la buona fede per fare le cose per bene. È una persona squisita. I risultati non gli hanno dato ragione. È il primo imputato per la piazza, ma le decisioni sono state prese insieme: le responsabilità non sono tutte le sue”. I tifosi non hanno preso bene la modalità della cessione: “E’ stato tutto rapido, lo abbiamo incontrato e concluso. Non volevamo dare alibi ai ragazzi perché c’era la Coppa Italia”. Un impegno che ha mostrato ancora una volta la faccia negativa di questa stagione non particolarmente felice: “Anche questa deve essere stata la ragione che mi ha indotto a mollare. Non mi andava più di fare chilometri per poi vedere queste prestazioni senza grinta. C’è un gruppo non predisposto al sacrificio ed è per questo che siamo stati allo scontro”. Pandalone infine annuncia di essere a disposizione dei nuovi proprietari: “Almeno fino al 9 maggio non sparisco. Se vorranno una mano io ci sono. La decisione spetta a loro. L’unica speranza è che quanto fatto finora non vada disperso”.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.