Gubbio, ora rimane una tenue speranza…

La sentenza di secondo grado è stata emessa da poche ore e viene alla mente una frase pronunciata da Bruno Pizzul nello spot della Wind quando in pratica venne rigiocata la finale del mondiale USA ’94. “C’è rimasta ancora una tenue speranza” aveva detto lo storico telecronista nel corso della registrazione. Ovviamente il contesto è totalmente diversa ma questa frase si addice perfettamente alla situazione del Gubbio, che ha visto chiudersi quasi del tutto le porte della riammisione alla Lega Pro. Quasi, perchè in realtà c’è ancora una pista seppur impervia: quella del ricorso presentato dalla società eugubina ed altre contro la riduzione da 60 a 54 squadre partecipanti alla terza serie italiana, da discutersi il prossimo 3 settembre, vale a dire a sole settantadue ore dal via dei campionati, salvo ulteriori possibili slittamenti. Le probabilità di successo, almeno sulla carta, alla lice della tempistica ristretta sono ridottissime. Tornando ai verdetti emessi ieri sera dal giudice sono le modalità come sempre a far discutere: il Teramo si è vista confermata la responsabilità diretta ma ha comunque potuto mantenere l’ultima categoria professionistica, creando un precedente visto che in questo caso sarebbe automatica la retrocessione all’ultimo posto, mentre il Savona si è visto commutare la responsabilità diretta in oggettiva. Alla fine a ridere è stato solo l’Ascoli, ripescato in B, mentre sono rimaste al palo sia il Gubbio che il Forlì. Tuttavia però dare la colpa ai giudici sarebbe riduttivo, visto che la retrocessione dello scorso anno era evitabilissima specie dopo un ottimo girone di ritorno. Era proprio necessario infilarsi in questa situazione? Interrogativi a cui si troverebbe una risposta per lo più scontata e le conseguenze sono comunque pesantissime: c’è infatti da costruire completamente una squadra con tuti i rischi che questo comporta. Tutte cose di cui il pubblico eugubino avrebbe fatto volentieri a meno

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