Perugia, Massimiliano Santopadre sbotta: “Basta illazioni, vogliamo la serie A”
Quando la misura è colma non si può non replicare, anche in modo deciso ed a tratti irruento. Deve averla pensata così il presidente Massimiliano Santopadre, che ha convocato per questo pomeriggio una conferenza stampa (che più che altro è stato un monologo) per fare il punto della situazione sia sul momento vissuto dalla squadra sia su alcune illazioni che vorrebbero il Perugia “non avere voglia di andare in serie A”. Una conclusione tratta, soprattutto via social, da alcuni tifosi dopo le ultime prestazioni non certo incoraggianti.
Il primo punto del soliloquio riguarda gli obbiettivi: “Vengo tacciato di prendere in giro le persone, spingendole a fare l’abbonamento. Ho detto in estate che avremmo fatto di tutto per migliorare la posizione dell’anno precedente e per fare una squadra competitiva. Ad oggi siamo in corsa per la serie A. Negli ultimi quattro anni di serie B abbiamo fatto più punti di tutti e ci siamo giocati qualcosa di importante, spero accada pure quest’anno”. Come poi non rivendicare l’attaccamento alla città: “Trascorro più tempo con i perugini che con i romani. Vengo tacciato di essere romano, come se fosse un difetto essere di altri posti. Oramai cerco di non farci caso a queste voci, ma al mio interno mi feriscono. Ma non voglio prendere in giro nessuno. Giudicatemi alla fine”.
Punto secondo, la stagione pazza: “Fatichiamo a darci una spiegazione. Si sono viste due squadre diverse: la prima votata al gioco, la seconda più speculativa. Ero lucido quando ho scelto Breda, che ci ha portato fiducia e condizione. Lui è uno di noi e va sostenuto fino alla fine. Abbiamo fallito delle occasioni per avvicinare il secondo posto, ma solo per limiti caratteriali. Siamo poco bravi nell’ingaggiare scontri ruvidi con gli avversari. Serve più cattiveria. I limiti ce li abbiamo noi come le altre. Giochiamocela”. Poi ancora: “Gli errori sono stati fatti, ma meritiamo rispetto. Stiamo cercando di eliminarli e ripararli. Ho forse pagato il fatto di non aver fatto quello che la gente volesse ma non funziona così nel calcio. Ho ritenuto opportuno scegliere Breda e per fortuna è andata bene. Anche se fosse andata avrei meritato questo, perchè anche se sbaglio lo faccio con il cuore. Faccio parlare tutti, ma la gente che parla rifletta, altrimenti si contradirebbe da sola”.
Si passa poi ad affrontare il capitolo riguardante la diffidenza contro la società e la squadra: “Si è preferito percorrere la strada delle chiacchiere e del gossip. Secondo alcuni se gli avversari vincono è perchè c’è un motivo sotto. Non vogliamo andare in A? Siamo meglio di Hitchcock, deve farmi schifo potermi confrontare con le migliori squadre. I giocatori combinano le partite? Ma di che cosa parliamo. Attiveró i legali, non tollererò più diffamazioni. È un reato perseguibile penalmente, sia se fatto in strada che sui social. Lapidatemi pure, ma basta diffamazioni verso di me e la società, che fa sacrifici. Non voglio dire che i calciatori vengano sempre difesi quando sbagliano, ma parliamo di essere umani, non di robot”. Non manca una difesa accorata ai singoli: “Di Carmine? Abbiamo rifiutato tre milioni di euro ed uno stipendio triplo. Mi ha chiesto di non accettare perchè voleva andare in A con questa maglia. Abbiamo pianto insieme al telefono. Del Prete? È stato un bersaglio per alcuni suoi fatti personali. Un presidente deve giudicare un giocatore all’interno della società. Nel momento più difficile è andato a Barcellona a sue spese per risolvere i problemi muscolari. Ha cambiato ruolo per una formidabile intuizione del mister e del ds. e in questo girone di ritorno è uno dei migliori centrali del campionato. Diamanti? È venuto qui per un contratto ridicolo, per la voglia di misurarsi al Perugia ed andare ad esultare sotto la nord. Come si fa a dire che si è venduto il derby? Ma vi rendete conto? Lui vuole andare in A con questa squadra perchè sarebbe un coronamento e non gliene frega nulla dei soldi”. La conclusione è secca: “Stiamo lottando per andare in serie A, abbiamo fatto un girone di ritorno non certo scontato. Tutte le partite sono difficili, le persone non credano a cose che non esistono”.
Focus sulle dolenti note del derby: “Da quando sono qui ne ho giocati 8, vinti 3, pareggiati 4 e persi uno. Non voglio sentire che lo abbiamo venduto. Siamo stati impresentabili ma nonostamte questo siamo andati sul 2-0, poi ci siamo sfaldati. Nella ripresa abbiamo sbagliato tutto. È un dispiacere enorme, ma non possiamo guardare indietro. La testa deve essere sull’obbiettivo. Basta parlare di singoli. Supportiamo questa squadra. Vogliamo giocare i playoff in un ambiente eccitato. Aiutiamo questi ragazzi ad uscire da questa situazione. Non conta altro, se non prepararsi mentalmente e fisicamente per affrontare queste partite”.
Chiusura dedicata ai ragazzi della Nord: “In sette anni ho avuto dei rapporti splendidi e sento ancora di averli. Sono stato fatti degli errori ma vorrei si ripartisse e che la squadra possa anche avere un chiarimento con loro. Vorrei si tirasse una linea, anche con un confronto, per capire dove si può migliorare e non commettere errori. Riuniamoci. Per vincere è necessario che tutte le componenti siano unite”. Cosa aspettarsi quindi dalla squadra? “Che sia più determinata e concentrata”.