Quando il Perugia grazie al Bologna scoprì un campione…

Sabato prossimo, in quel di Casteldebole, Bologna e Perugia torneranno ad affrontarsi dopo poco più di tre anni. In amichevole invece questo confronto, che si disputerà a porte chiuse per motivi di ordine pubblico, non si disputa da ben 18 anni e quella rappresentò, quasi per caso, una tappa fondamentale della storia del Perugia. Vediamo perchè.

L’antefatto Non fu un’estate facile quella del 2000 per i tifosi biancorossi. Nonostante il campionato precedente fosse stato più che dignitoso, terminato con la vittoria all’ultima giornata che costò lo scudetto alla Juventus, il presidente Luciano Gaucci non era assolutamente soddisfatto di come erano andate le cose. In panchina c’era Mazzone e, ad un girone di andata di tutto rispetto, ne seguì uno di ritorno ben più affannoso. Meglio dunque operare un corposissimo restyling della rosa: via tutti quei giocatori che avevano dato tutto, dai Calori, ai Bisoli, ai Rapaic, soltanto per fare qualche nome, dentro giocatori provenienti dalle categorie inferiori, come ad esempio, Di Loreto, Baiocco, Liverani e Pieri. In panchina un giovanissimo Serse Cosmi, che aveva contribuito a scrivere pagine importanti ad Arezzo. In molti erano convinti che quello della presidenza di allora fosse un suicidio e non esitò a contestare in maniera anche pesante la società. Quasi l’attendesse un harakiri verso la serie B.

Quando un pomeriggio di metà settembre cambia la vita La stagione non parte nel modo giusto. Subito fuori dalla Coppa Intertoto per mano dello Standard Liegi, le cose non vanno meglio in Coppa Italia, dove è la Salernitana, squadra di categoria superiore, a spuntarla nel doppio confronto. Poi, però, qualcosa cambia. In prova con la squadra c’è uno spilungone greco di 26 anni e mezzo, in cerca di fortuna in Italia dopo le esperienze con Xanti e Paok Salonicco. Era un pomeriggio di metà settembre, quando la stagione 2000/01 ebbe una partenza anomala in quanto era stato deciso di posticipare al 1° ottobre la partenza del campionato visto che la nazionale Under 23 era impegnata alle olimpiadi di Sydney; venne dunque organizzata questa amichevole per mantenere il ritmo e Cosmi decise di lanciare dal 1′ questo ragazzo chiamato Zizis Vryzas. Che colse la sua occasione al volo, realizzando la rete che contribuì al successo dei Grifoni per 2-1 (le altre reti vennero messe a segno da Materazzi, uno dei pochi superstiti dell’epurazione voluta da Gaucci, e Signori). A colpire furono le doti fisiche e tecniche, oltre che la grande capacità di giocare per la squadra. Impossibile farsi sfuggire un elemento del genere, che venne dunque tesserato e divenne biancorosso a tutti gli effetti.

Gol a grappoli Vryzas non ci mise tanto ad ambientarsi nel campionato italiano e ad impressionare gli addetti ai lavori. Tra i suoi exploit citiamo i tre gol a Firenze che consentirono al Perugia di vincere 4-3 ed il gol della prima vittoria assoluta a San Siro contro il Milan, sconfitto per 2-1. L’elezione a idolo dei tifosi non può dunque che essere scontata. L’addio nel gennaio 2004, quando fu la Fiorentina a chiamare: indimenticabile il suo saluto al pubblico del Curi nel match contro l’Empoli con tanto di fascia di capitano al braccio. Tributo doveroso per colui che è stato il miglior marcatore degli umbri in Serie A nonché maggiore goleador straniero in maglia biancorossa, contribuendo anche alla conquista dell’Intertoto nel 2003. Da sottolineare che non giocò il discusso spareggio da avversario del giugno 2004 in quanto impegnato al vittorioso europeo in Portogallo con la sua nazionale.

Ultimi anni fino ai giorni nostri Seguirono, dopo quella di Perugia, esperienze meno esaltanti a Firenze, Torino (sponda granata), Celta Vigo, Xanthi e Paok, squadra con cui conclude la carriera e di cui ne è stato il presidente per un periodo. E chissà che anche sabato possa accadere una cosa simile come 18 anni fa, mai dire mai!

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