Rally, il pilota perugino Tassi a La Vita in Diretta: “Spero di rifare la Dakar”

Gianluca Tassi è il personaggio del momento in Umbria. Il perugino è stato il primo pilota italiano a completare la Dakar, caratterizzata da un percorso particolarmente aspro che ha toccato i paesi di Paraguay, Bolivia ed Argentina in un periodo compreso dal 2 al 14 gennaio scorsi e ha raccontato la sua esperienza alla celebre trasmissione di Rai Uno “La Vita in Diretta”. Va sottolineato che l’intervista è avvenuta solo adesso in quanto Tassi, dopo la Dakar, ha avuto bisogno di cure che lo hanno costretto a restare alcuni mesi ricoverato presso l’Unità spinale unipolare dell’ospedale di Perugia.

La sua carriera è stata condizionata da un incidente che nel 2003 (nel frattempo aveva vinto qualcosa come 16 titoli nazionali ed uno europeo) lo privò dell’uso degli arti inferiori. Incalzato dalle domande del conduttore Marco Liorni Tassi ha parlato della sua vita prima e dopo questo evento nefasto: “Ho scoperto di essere più sensibile a certe cose che prima non vedevo”, ha proseguito Tassi. “E per questo motivo – ha continuato – ho creato una scuola guida per disabili per poter indirizzare le persone e dargli un aiuto concreto per il loro quotidiano”. Si parla nella fattispecie della onlus “Uno di Noi” – di cui è presidente – e la Evolution Driving School, prima ed unica struttura didattica che organizza corsi di avviamento e perfezionamento alla guida di veicoli per giovani con disabilità e stage di assistenza psicologica di primo approccio alla guida assistita.

L’emozione non è mancata quando nel corso dell’intervista sono stati trasmessi dei videomessaggi in cui  la madre, i figli, gli amici ed il presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli, hanno voluto sottolineare la forza di volontà del pilota che è un esempio per tutti i disabili. Tassi non ha voluto poi mancare di ringraziare i suoi compagni di avventura, vale a dire il navigatore toscano Massimiliano Catarsi e il perugino Alessandro Brufola Casotto: “Loro hanno affidato la loro vita a me ed io la mia a loro. La cosa che ricordo con piacere è stato il grande calore che ho ricevuto in Bolivia, quando il presidente è sceso dal palco solo per salutare me”.

Chiusura infine con un auspicio: “Mi piacerebbe rifare la Dakar perché il prossimo anno parte dal Perù, dalla nazione in cui ho avuto il mio incidente nel 2003 in seguito al quale è cominciata la mia seconda vita”.

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