Sir Safety, Max Colaci guarda avanti: “Supercoppa emozione stupenda, ma ora attenti a Padova”

Archiviare la Supercoppa e ripartire. Già, perché ci sono già appuntamenti importanti che bussano alla porta: domenica alle ore 18 la Sir Conad Safety Perugia esordirà in Superlega contro Padova, mentre mercoledì 18, contro lo stesso avversario, i Block Devils si giocheranno in gara unica, sempre al Palaevengelisti, l’accesso alla final four di Coppa Italia, traguardo malamente sfuggito lo scorso anno.

Massima concentrazione quindi, non prima però di aver fatto un doveroso passo indietro. È il libero  Massimo Colaci, uno dei grandi protagonisti della due giorni civitanovese, a ripercorrere quegli straordinari momenti: “È stata una grande emozione anche per me, nonostante i successi del passato. Anche perchè negli ultimi due anni ho visssuto anche io tante delusioni, perdendo praticamente tutte le finali. Ho visto una grande gioia negli occhi dei nostri tifosi e credo sia normale. Ricordo bene quei secondi dopo che è caduta l’ultima palla, è stato bellissimo vedere quel muro bianco alle nostre spalle che esultava. Del resto noi giochiamo anche per regalare delle emozioni a chi ci guarda. Speriamo di vivere questi momenti anche in futuro”.

È possibile un parallelismo con la sua precedente esperienza? “A livello tecnico questa Sir si avvicina molto alla mia Trento. Ci sono ottimi giocatori e un’ottima panchina, cosa molto importante. Quella squadra era una forza della natura, non mollava mai un punto. Credo che se questa Sir impara questo diventa devastante. Qui c’è tutto per far bene, bisogna solo fare questo passettino in più”.

Adesso per i Block Devils c’è Padova, un avversario da non sottovalutare dopo l’impresa di ieri sera a Piacenza: “La partita l’ho vista in parte ma posso dire che loro sono una squadra giovane, capace di recuperare tutti i set. Se la sono giocata a braccio sciolto, senza nulla da perdere. Dobbiamo cercare di metterla sotto subito perchè se concedi loro delle occasioni tendono a sfruttarle”.

Le impressioni sull’ambiente sono state subito positive e non poteva essere altrimenti: “Cosa mi ha colpito? La fame di vittoria. Molti tifosi mi hanno ringraziato di essere arrivato e si capisce che si vuole lottare per grandi traguardi. Nei ragazzi ho visto il desiderio di combattere con gli avversari più forti; basta fare, come ho già detto, quello step in più a livello mentale”.

Molti pensano che sia quasi tutto suo il merito del gramde exploit dell’Eurosuole, ma Colaci fa il modesto: “Non è così assolutamente, il libero è normalmente il tassello finale che viene scelto nella costruzione di una squadra. Ho soltanto dato il mio contributo”.

Il giorno della conferenza dei tifosi patron Sirci ha speso parole importanti per lui: “Lo ringrazio. Ha fatto un grande sforzo per prendermi e mi seguiva già da due anni”.

Tra i compagni che hanno sorpreso Colaci ce ne è uno in particolare: “Chi conoscevo meno era Russell,  ma mi ha stupito per la sua mentalità vincente. Non si fa mai condizionare dagli errori e non molla nulla. Gli americani sotto questo aspetto sono avanti luce. Anche gente come Shaw ed Andric, che fino a questo momento non hanno avuto grosse opportunità, stanno dimostrando qualità importanti”.

Il giocatore di Gagliano del Capo fotografa quello che sarà il nuovo campionato: “Le quattro davanti hanno qualcosa in più. Con il tempo però possono diventare interessanti squadre come Verona e Piacenza, che possono creare problemi quando giocano in casa”.

Si torna ad affrontare per un attimo il capitolo nazionale: “Normale che l’assenza di Ivan abbia pesato. Sappiamo quanto sia importante, se posso lo carico sulle spalle e lo porto in azzurro. C’è però chi si occuperà di questo caso, la speranza è che prevalga il buon senso. Anche perchè spesso noi italiani siamo i più bravi a crearci problemi da soli”.

La Coppa Italia, meglio la vecchia o la nuova formula? “Si dà a tutti la possibilità di scalare qualche gradino, ma si gioca molto presto. Per questo preferisco la formula vecchia”.

A fare la differenza sicuramente potrebbe essere la mentalità: “Ne ho già parlato con i ragazzi. Ho cercato di far capire che sono due le strade da percorrere: quando siamo in vantaggio bisogna chiudere, c’è poco da fare, quando siamo sotto capire che si può recuperare. Naturalmente queste mie idee sono state condivise”.

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