Ternana, Bandecchi e Pochesci si presentano: “Ecco come saranno le nuove Fere…”
Dopo la conferenza di presentazione di Stefano Ranucci è toccato stamane al patron Stefano Bandecchi e al nuovo allenatore Sandro Pochesci fare la conoscenza con stampa e tifosi. Grande è stato l’entusiasmo che li ha accolti, e tanto per non farsi mancare nulla ecco che Bandecchi atterra sul terreno del Liberati in elicottero. Una trama degna del miglior Berlusconi (come avveniva spesso a Milanello ndr.). Dopo un giro di ricognizione allo stadio, il nuovo stato maggiore rossoverde si è recato in sala stampa dove c’era una folta schiera di giornalisti ad attenderli. Nella giornata dell’ufficializzazione della giovane promessa Plizzari, proveniente dal Milan (la firma c’è stata stamane), è tempo di svelare programmi ed obbiettivi.
Ad iniziare è proprio Bandecchi, che non si è nascosto: “Ringrazio la città per l’entusiasmo ricevuto. Vorremmo portare la Ternana in serie A. Il cambio del nome? Siamo fiduciosi, non credo che ci saranno problemi per l’integrazione. Ecco perchè di fatto lo usiamo già”. Si affronta poi una questione spinosa, quella dello scarso utilizzo dei giocatori italiani: “Abbiamo una economia molto ambigua, chiudono miliardi di aziende in tutta Italia. L’Italia non ha una strada precisa, ma andrà trovata. Il calcio italiano va rifondato, non esiste più: io prendo gli emarginati, gli italiani, e voglio farli giocare”. Il diktat potrebbe chiudere le porte a Martin Valjent, che ha ancora un anno di contratto. Bandecchi assicura: “Difficilmente lo perderemo regalandolo ad un giusto profitto”. Non solo calcio nei progetti di Unicusano: “Utilizzeremo lo sport per sponsorizzare la ricerca scientifica, biomedica, ingegneristica, spaziale, chimica. E’ questo settore che deve essere rilanciato e lo faremo anche con il Corriere dello Sport. È iniziato con l’aiuto dato agli sport minori, quelli degli invalidi: questo tipo di operazione iniziata a Fondi, sta andando avanti. Noi abbiamo usato il calcio per portare messaggi nobili, per essere utili”. Sul budget a disposizione: “In Lega Pro abbiamo lasciato 12 milioni di euro, in B non credo ci saranno mai problemi. A contare saranno le scelte, i progetti e i programmi. Tutti quelli che fanno impresa basandosi solo sui soldi, sbagliano: serve conoscenza del territorio, serve un progetto. Noi vogliamo andare in serie A nei prossimi due anni e in 5 anni andare a giocare a Cardiff. Spero di non dovermi mai trovare nelle condizioni di lottare per non retrocedere”. Anche il settore giovanile avrà un ruolo importante: “I giovani si chiamano futuro e cassaforte. Andranno allevati fin da piccoli, poi è chiaro che il calcio non è una rimessa ma anche un grande business. Solo in Italia pensiamo sia normale rimettere col calcio, quindi il settore giovanile serve per fare impresa nel calcio. O falliamo o riusciamo”. Infine, la situazione dello stadio: “Noi vogliamo fermarci a Terni per fare qualcosa di serio. Stiamo facendo e faremo delle migliorie per renderlo agibile in toto. Ternanello? Non vedo perchè non pensare di dargli spazio. Esistono anche altri progetti, nel settore agricolo e alimentare: credo che nel tempo creeremo delle aziende nella provincia ternana. In questo momento siamo però molto concentrati sull’aspetto calcistico, poi tenteremo di fare qualcosa di importante”.
Ecco finalmente il turno di Sandro Pochesci, allenatore reduce da un lungo peregrinare nelle serie inferiore che ha ricevuto direttamente da Unicusano la grande chance della serie B: “Ringrazio la proprietà che mi ha consentito di vivere una sfida importante. Faccio questo mestiere da 19 anni e sento sempre le stesse domande. Ho capito che in questo lungo periodo che il talento va sopra a tutto, ma deve mettersi a disposizione del collettivo. Emozione? Normale ci sia, sono partito dalla prima categoria e ora sono qua. Credo di essermi guadagnato questa possibilità. Mi ritengo un tipo passionale, carico la mia squadra: credo che a Terni posso avere il mio sogno, una tifoseria che ci trascina, calda. Posso avere il contratto che volete, ma io voglio essere giudicato, da voi e dai tifosi”. L’eredità di Liverani non sarà delle più agevoli: “Intanto gli faccio i complimenti, ha fatto un capolavoro e questo è fuori discussione. Saprà dimostrare altrove le sue qualità. Se siamo qui lo dobbiamo anche a lui, ma ora pensiamo al futuro. Si va avanti”. Pochesci ha infine spiegato la mentalità che i suoi giocatori dovranno mettere in campo: “Voi avete il derby, ma quelli là (chiaro riferimento al Perugia) non esistono. Bisogna attaccare e difendere in tanti. Se attacco non penso a difendere”.
Spazio per il domandone finale a Bandecchi: se fosse retrocessa la Ternana sarebbe stata comunque acquistata da Unicusano? “Certo – non ha dubbi il nuovo patron – perchè Terni è una piazza interessantissima, non me ne vogliano a Fondi. La squadra ha una storia gloriosa, la tifoseria è fantastica e non potevamo certo farcela scappare”.