Ternana, De Canio: “Nessun problema con la presidenza. Ottimo l’impatto con Leone”

Dopo la sospensione forzata di Rimini e la successiva sosta scocca per la Ternana l’ora del ritorno in campo. Al Liberati arriva il Fano e l’imperativo sarà ottenere quella vittoria indispensabile per iniziare  la rincorsa alle posizioni di vertice. Anno nuovo, vecchi problemi per Gigi De Canio, alle prese con le assenze di Vives, Fazio, Furlan e Hristov.

Il tecnico apre la conferenza facendo un bilancio di questa sorta di preparazione: “Abbiamo in parte recuperato qualche calciatore ma non possiamo dire che siano tutti al 100% per offrire un contributo ottimale. Ma averli e il fatto che si possano allenare bene è sicuramente motivo di soddisfazione. Mi auguro che Paghera possa tenere, è un ragazzo serio e scrupoloso, si è allenato ma gli manca il campo. Non avremo Fazio che ha avuto problemi ieri, si è fermato per un dolore al polpaccio ma dobbiamo fare gli esami. Vedremo come reagirà Defendi dopo l’infortunio avuto con il Teramo e qualche problema intestinale degli ultimi giorni. Ripartiamo con entusiasmo e la determinazione di fare bene”.

Si passa a commentare le voci che volevano il tecnico protagonista di frizioni con il presidente Ranucci: “Non ci sono mai stati problemi e non c’è da ricucire nulla. L’arrivo di Leone mi rende felicissimo, non lo conoscevo ma in questi giorni ho scoperto un professionista a modo, molto sereno e pacato, che fa le cose con la sua testa. Fra le sue migliori amicizie ci sono persone che hanno lavorato o avuto rapporti con me, è il segno di qualcosa che ci accomuna. Nello scambio di idee professionali, ho scoperto che parecchi giocatori che piacciono a lui piacciono anche a me e viceversa. C’è una sintonia totale, mi fa molto contento. Eravamo alla ricerca di una persona e io stesso avevo più volte stimolato l’arrivo di una figura del genere. Non ho mai percepito la determinazione a volermi mandare via e io non ho mai inteso dare le dimissioni, ma non per una questione di soldi. Non c’era motivo che scappassi, siamo in buona posizione di classifica e dobbiamo recuperare due partite. Quando sono venuto a Terni non sono venuto per allenare una squadra che in tutto il campionato era stata nei bassifondi della Serie B, avevo già rifiutato una squadra ultima in Serie A. Sono venuto perchè avevamo parlato di un progetto e nella costruzione di un progetto ci sono momenti di difficoltà. Non si può scappare e mandare tutto a monte alle prime difficoltà. Casomai ho fatto un attentato professionale alla mia dignità ad accettare quella situazione, ma l’ho fatta per un’idea che inseguo. Qualcun altro ha diritto di cambiare idea e io nel caso devo accettarlo. Ma per quanto mi riguarda non si è rotto nulla, si è deciso di andare avanti. Grazie anche al consiglio di un uomo di calcio come Leone che avrebbe potuto mettere mano alla situazione mandando via l’allenatore e mettendo una persona di sua fiducia. Segno di grande intelligenza, di onestà intellettuale, ha voluto verificare con chi aveva a che fare e io sono estremamente felice di questo. Ho sempre cercato collaboratori validi e onesti perchè i progetti si costruiscono in questo modo e le difficoltà si affrontano tutti insieme. Gli altri possono pensare che sono rincoglionito, io non lo credo”.

Per centrare l’obbiettivo serve anche la positività dell’ambiente, venuta un po’ meno dell’ultimo periodo: “Quando si verificano alcune situazioni può capitare. Le squadre vincenti di solito sono quelle che cambiano poco perchè la stabilità tecnica e la continuità creano la forza, oltre alla capacità di scegliere gli uomini adatti al progetto. Noi questo non l’avevamo, avevamo una squadra con cui ci dovevamo salvare in B oggi giocano poco anche in squadre di C. Abbiamo dovuto fare una rivoluzione completa, quando si cambia tanto ci sono situazioni che possono avere una loro criticità. Sono capitate una serie di situazioni che ci ha imposto di dover rincorrere e ci è mancata un po’ di fortuna, ma non mi sono mai tirato indietro. Ho sempre detto che è una squadra forte e potendosi allenare è in grado di fare una grande impresa. Da uomo di calcio mi sono appellato al buon senso, cambiare tanti giocatori è sempre un punto interrogativo perchè le componenti sono tante: compatibilità ambientale, amalgama tra i compagni, capacità di gestire lo stress. Ma non ci tiriamo indietro. Ci sono squadre in Serie C da tanti anni pur avendo investito molto. Pur nelle difficoltà possiamo raggiungere l’obiettivo, dobbiamo essere ottimisti”.

De Canio parla poi di mercato: “Mi piacerebbe che tutti i ragazzi scelti in estate rimanessero, lo pensavo allora e lo penso oggi. Vantaggiato? Mi aveva esternato i suoi dubbi ma al tempo stesso aveva riconosciuto la legittimità del mio ruolo e delle mie scelte. Se dovesse trovare una situazione che lo rende felice resteremo così, ma mi aspetto che rimanga con esntusiasmo e determinazione per offrire il suo contributo. Visto che non sappiamo ancora cosa ha Vives, ho chiesto a Leone un’alternativa in quel ruolo. Potrebbe esserci la possibilità dell’esclusione dalla lista e altre possibilità. Non ho bocciato Callegari, ne sentiremo parlare ma la Ternana ha obiettivi immediati, il ragazzo è giovanissimo in un ruolo delicato e probabilmente a livello di personalità ha bisogno di crescere con maggiore serenità. Vorrei corprire quel ruolo con un altro calciatore di esperienza e personalità. Non mi dispiacerebbe un difensore in più perchè abbiamo Hristov che spesso va con la nazionale e non vorrei ritrovarmi a giocare partite importanti essendo scoperto. Un altro centrocampista ancora farebbe comodo dopo tutto quello successo nel girone di andata. Ma sono richieste in aggiunta ai calciatori che abbiamo perchè tutti insieme possiamo lottare per l’obiettivo. Diakite? Ha sbagliato due volte, ma credo alle sue scuse. Chi resta qui lo reputiamo utile per raggiungere l’obiettivo. Quello che conta è la Ternana, non il singolo calciatore. Comportarsi bene non vuol dire essere soldatini, ma rispettare regole che sono in ogni spogliatoio e che sono una garanzia per tutti. Quello che si doveva appianare con Modibo è stato appianato”.

Sulla formazione escluso un impiego dall’inizio di Rivas e Salzano: “Sono indietro e bisogna essere cauti. Paghera? Mi aspetto che dia il suo contributo nella costruzione della manovra. Non sarà brillantissimo come immagino ma è normale”.

Risolta la questione staff tecnico: “Il secondo lo farà Mucciante, ha il patentito e il ruolo per farlo in Serie C. In prospettiva farà i suoi passi. Adesso lavorerà come prima, ma con maggiore coinvolgimento”.

Chiusura su Vives: “In qualsiasi squadra è stato ha sempre giocato. A Vercelli ha disputato 70 partite in due anni. Quando è venuto qui ha lavorato per un mese prima che cominciasse il campionato senza fermarsi mai. Ha giocato in amichevole a Vercelli, è stato sostituito in casa con il Renate perchè sembrava avesse avuto un problema al flessore invece dagli esami strumentali non è emerso nulla. Ha fatto tutti i controlli e non c’era nulla. Nel riprendere l’alleanamento ha accusato un dolore che gli ha bloccato la funzionalità del polpaccio. Da quel momento gli esami non hanno mai rilevato problemi, tutto quello che è stato provato con i nostri medici sia a Terni che in giro per l’Italia non ha dato risposte rilevanti. Siamo andati avanti per tentativi, il ragazzo tornava ad allenarsi ma puntualmente il problema tornava. Due giorni fa Martella l’ha mandato a Milano da un altro specialista. Vediamo se queste nuove cure saranno quelle definitive, ma una diagnosi precisa non l’abbiamo mai avuta. Ma non abbiamo preso un giocatore rotto, aveva richieste in Serie B e invece ha deciso di venire alla Ternana per il legame che aveva con me. Nella mia esperienza è la prima volta che mi trovo davanti a un infortunio del genere. Forse la situazione più simile che ho vissuto è stata quella di Stellini quando venne al Genoa dalla Ternana. Ma dopo un paio di mesi riprese ad allenarsi”.

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