Ternana, Pochesci: “Favoriti con lo Spezia? Peccato che siamo ultimi…”

Vigilia del match contro lo Spezia per la Ternana. La classifica è precaria e i tre punti sono obbligatori e le Fere dovranno fare a meno di Paolucci, che non ha recuperato dal problema fisico che lo ha afflitto negli ultimi giorni e, benchè convocato, verrà soltanto in panchina a fare numero. Al termine della rifinitura ha parlato il tecnico Sandro Pochesci in conferenza stampa, ovviamente a modo suo.

Si parte dal fatto che i bookmakers abbiano dato favorita la Ternana, nonostante la classifica. Pochesci commenta così: “Sono contento di recitare un ruolo così importante. Peccato che la classifica ci dica che siamo ultimi. Non mi ci sento a livello di gioco: abbiamo messo sotto quasi tutti fino ad ora”.

I progressi fatti registrare nel match dello Zini sono stati confortanti: “La Cremonese è una squadra perfetta. Ai ragazzi ho fatto vedere i video delle partite contro Venezia e Brescia e ho detto loro che se giocavamo in quel modo saremmo saliti sul pullmann e ce ne saremmo tornati a casa.  Bisognava essere spensierati come nelle prime partite. Le d‎ifficoltà venute da episodi e la vittoria sarebbe stato un risultato eccellente. Siamo la squadra che subiamo più gol ma anche quella che ne fa di più: è chiaro che occorre trovare un equilibrio”.

È una Ternana che subisce troppe reti nelle fasi iniziali: “È una questione di deconcentrazione. I ragazzi devono crescere e credere di più nelle loro potenzialità”.

Squadra dunque in emergenza, ma Pochesci non ammette giustificazioni: “Da queste condizioni nascono le migliori prestazioni. Non mi fascio mai la testa prima”.

Troppi punti buttati? “Questo è un discorso da perdenti, che potrebbero fare tutte le squadre. Mi tengo i miei 7 punti, che sono tantissimi. Quel che mi interessa è la crescita della squadra. Dobbiamo migliorare la fase di non possesso, quando la palla ce l’hanno gli avversari”.

Il campo dell’antistadio Taddei è sottoposto ad alcuni lavori di restyling: “Il fondo era abbastanza duro a alcuni ragazzi hanno iniziato a soffrire di tallonite. I discorsi sul campo reggono fino ad un certo punto: quando allenavo il Torbellamonaca ho vinto un campionato facendo la preparazione in agosto in mezzo ai palazzoni sull’asfalto. Non conta dove ti alleni ma come. Conta soprattutto lo spirito di appartenenza. Quella squadra aveva sette giocatori del quartiere e spesso erano in mille a seguirci”.

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