Acciaierie Terni ,i tedeschi temporeggiano in attesa delle mosse del governo. Cresce la tensione.

L’ amministratore delegato Massimiliano Burelli continua a sostenere che ad oggi non esistono trattative bilaterali per la vendita di Ast. Poi si dice convinto che diversi gruppi internazionali saranno interessati al sito ternano. Eppure, secondo indiscrezione che arrivano da ambienti ben informati, qualcosa si sta muovendo. Naturalmente fuori dai tavoli istituzionali, lontano da Terni. Sembra , infatti , non troppo credibile Burelli quando afferma che la procedura si aprirà con l’ avvio del nuovo anno economico e che i tempi saranno lunghi. In realtà i tedeschi non stanno fermi e si starebbero muovendo sotto traccia con un obiettivo ben preciso. La loro intenzione è veramente quella di vendere Ast ? C’è chi pensa diversamente. Certo oggi in Italia la siderurgia rappresenta l’ emergenza tra le emergenze. Certo  l’ amministratore delegato Martina Merz ha spiegato che il gruppo si concentrerà  sui settori a più alto margine e cederà quelli in perdita  come la divisione siderurgica, che comprende anche l’Ast di Terni. Ma non va dimenticato che Terni è tornata in attivo. Certo c’è stato il  lockdown che ha rallentato la produzione : ” Siamo stati gli unici a fermare l’impianto mentre i nostri concorrenti europei dell’acciaio hanno lavorato appieno, dai finlandesi , che è una azienda partecipata dallo Stato,  all’altro concorrente belga Aperam “,  ricorda Burelli. Uno dei maggiori esperti di siderurgia  con un incarico importante in Europa, Enrico Gibellieri  dice :” Oggi Thyssen è in una situazione difficile, si sente il peso degli investimenti sbagliati in Brasile e in America, le due bocciature davanti all’ Antitrust.  Per loro Ast non è il problema principale, non hanno deciso di liberarsi di Terni ma di tutto l’acciaio”. Per Gibellieri ” a questo punto lo Stato dovrebbe intervenire direttamente, prendere per mano il comparto e finalmente avere una una visione del settore della siderurgia, perché ora la situazione è molto difficile. Sono in crisi contemporaneamente  l’ex Ilva, la Jws di Piombino. Una sorta di tempesta perfetta sull’ acciaio italiano”.  Ecco le indiscrezioni potrebbero trovare conferma nell’ultimo passaggio di Gibellieri: Thyssen aspetta di conoscere le prossime mosse del Governo e della stessa Europo, entrare – nel momento giusto –  dentro un vasto piano strategico che prevede risorse ingenti. Alcuni ben informati sostengono anche che su Terni c’è una certa Lucia Morselli in agguato, pronto a mettere in piedi una cordata pronta ad intervenire a tempo opportuno. Per ora sul terreno restano senza tutele 18 interinali che rischiano di rimanere senza lavoro, il calo dei volumi produttivi e la messa in discussione degli assetti del sito siderurgico. I sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione e annunciano che avvieranno interlocuzione a vari livelli istituzionali. Sarà un’altra sfida difficile e delicata ma soprattutto non breve.