L’ampiezza del dolore e il calvario di Di Girolamo e Bucari .

Quattro anni sotto inchiesta, qualche giorno trascorso agli arresti domiciliari, affetti famigliari sconvolti, e alla fine di questo calvario assolti perchè il fatto non sussite. Il tribunale di Terni ha deciso così , con una sentenza arrivata questa mattina dopo un’inchiesta del maggio 2017  su presunte irregolarità nell’affidamento di alcuni appalti. Inchiesta che aveva portato agli arresti domiciliari il Sindaco Leopoldo Di Girolamo e l’assessore comunale ai lavori pubblici, Stefano Bucari. Si dirà: è la dimostrazione che la giustizia esiste, si tratta della normale dialettica tra pubblica accusa e giudici di garanzia. Per comprendere cosa alligna dentro a simili risposte burocratiche basta parlare con i famigliari degli indagati, l’ampiezza del dolore da loro patito e il crepaccio che si è aperto. Di Girolamo, Bucari e gli altri imputati sono stati assolti con formula piena, cioè la condotta criminosa ascritta ai due ex amministratori del comune di Terni e a tutti gli imputati non è mai esistita, non è mai stata compiuta da alcuno. Una sentenza che restituisce a Di Girolamo ” l’onorabilità non solo politica, ma anche etica”, come ha sottolineato l’avvocato Attilio Biancifiori legale dell’ex Sindaco di Terni. L’ampiezza del dolore e il calvario di anni di indagini saranno comunque difficili da dimenticare. Di Girolamo, Bucari , e gli amministratori di allora,  in questa interminabile attesa hanno affrontato l’inchiesta penale con grande dignità, consci del proprio valore sul piano morale . Si sono difesi nel processo e non dal processo. ” Una bella giornata per chi crede nella giustizia”, è stato il commento dei consiglieri del Pd, Francesco Filipponi e Tiziana De Angelis. ” Non è una medaglia per le fazioni in campo – aggiungono i due consiglieri di Palazzo Spada – è soltanto una bella notizia per chi crede che il confronto politico vada combattuto su altri fronti. Oggi viene restituito l’onore a uomini e donne perbene che in questi tre anni hanno subito accuse che non hanno trovato alcun riscontro”.  Per l’onorevole Andrea Orlando, ex ministro della giustizia ,  si ” afferma la correttezza e l’onorabilità di un amministratore capace e profondamente legato alla sua città. Anche questo episodio deve però far riflettere sulla congruità di tali provvedimenti”.  Uno storico avvocato umbro sosteneva che alla fine la giustizia vince ma quello che resta difficile da comprendere è ” la giustizia dei presunti colpevoli”.