ThyssenKrupp, il tira e molla dei tedeschi: storia degli ultimi 10 anni. Partner o compratore ?
Thyssenkrupp vuole lasciare l’acciaieria Ast di Terni. Ormai non ci sono più dubbi, dopo mesi di tira e molla il gruppo tedesco annuncia che è alla ricerca di un partner o compratore. Del resto l’intenzione di sfilarsi viene da lontano, almeno da 8-9 anni fa. Era il 2011 quando Thyssenkrupp tentò la vendita dell ‘ acciaio inossidabile ai finlandesi di Outokumpu, vendita che saltò solo per ragioni di antitrust. Ancora è attuale la vicenda del 2014 quando la città si ribellò al tentativo di cacciare dal lavoro oltre 500 operai, una vertenza lunga e dolorosa che fu caratterizzata da momenti di forte tensione. Era fine ottobre quando centinaia di lavoratori sfilarono per Roma; dopo un sit in davanti all’ambasciata tedesca, volevano protestare sotto il Ministero dello Sviluppo Economico. Finì male quella protesta democratica, finì con una carica esagerata della Polizia. Finirono all’Ospedale tre manifestanti con diverse contusioni sul corpo e sulla testa, tra i contusi anche due sindacalisti: Gianni Venturi della Fiom nazionale e Alessandro Unia della Fim Cisl. Marco Bentivoglio, segretario nazionale della Fim-Cisl così commentò: ” Era un corteo pacifico, le cariche sono state senza motivo “. Alla fine il Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi raggiunse un accordo con l ‘ azienda: piano di rilancio in 4 anni e 290 esuberi volontari. L’intesa tra Governo e sindacati arriva dopo 36 giorni di sciopero. Nessun licenziamento forzoso, ma 290 esuberi tutti con adesione volontaria. La trattativa portò ad un piano di rilancio, 100 milioni di investimento in quattro anni, garantire almeno un milione di tonnellate di fuso attraverso il mantenimento dei due forni. Maurizio Landini, segretario nazionale della Fiom, parlò di un “buon accordo, perchè cambia il piano industriale “. Era l’anno delle grandi tensioni sociali , con migliaia di lavoratori che rischiavano il posto. Insieme a Terni c’era Piombino, Termini Imerese e l’Ilva di Taranto. Per un pò di anni la situazione delle acciaierie di Terni sembra stabilizzarsi, scende la tensione e la città guarda avanti. E’ giugno del 2019 quando viene firmata una nuova intesa che prevedeva la produzione di un milione di tonnellate di acciaio inox nel periodo tra ottobre e settembre 2020. In realtà i tedeschi poco dopo chiedono la cassa integrazione in quanto – a loro parere – le commesse non vanno troppo bene. Un tira e molla che in realtà nasconde strategie diverse dagli impegni sottoscritti in questi anni. Ora Thyssenkrupp cerca partner o minaccia di vendere. La società spiega che sta ” verificando possibili soluzioni di consolidamento per l’acciaio ed è aperta a tutte le opzioni”. Prende come motivazione (pretesto) il coronavirus. In realtà lo scorso anno erano già emerse le vere intenzioni di Thyssenkrupp ,quando era fallita la fusione tra l’indiana Tata e il comparto dell’acciaio di ThyssenKrupp per un veto della Commissione Ue. Recentemente il gruppo tedesco ha adottato il ” Piano per l’Acciaio 20-30″, che prevede il taglio di 3.000 posti di lavoro e una razionalizzazione della rete di produzione. I Sindacati dei metalmeccanici di Terni ritengono che la nota dell’azienda “possa mettere in serio pericolo l’intero sito industriale di viale Brin con tutte le sue produzioni e i suoi livelli occupazionali”. Il Sindaco di Terni Latini afferma che le decisioni assunte da ThyssenKrupp ” sono molto preoccupanti perchè mettono di nuovo in discussione le prospettive del sito industriale ternano”. La sensazione è che ancora una volta l’acciaieria Ast di Terni è costretta a fare i conti con il tira e molla dei tedeschi, un gruppo che nasconde l’ambizione di razionalizzare la rete di produzione sulla pelle dei lavoratori ternani. A pensare che il 5 febbraio scorso, davanti alla Commissione attività produttive della Camera dei Deputati, l’Amministratore Delegato di Ast, Massimiliano Burelli dichiarò che ” con la vendita della divisione Elevator il gruppo reperirà le risorse per rilanciare la divisione Materials di cui Acciaib Speciali Terni fa parte e che viene considerata strategica”. Sugli investimenti fatti Burelli ha detto che ” a fronte dei 170 milioni di investimenti promessi nel 2014, ne abbiamo realizzati 192. Dei 60 previsti per questo biennio, 33 li abbiamo fatti lo scorso anno e 27 saranno portati a termine in quello in corso “. I fatti di questi giorni, in realtà, dicono cose completamente diverse.