Thyssenkrupp, in quattro per l’acquisto di Ast: tour in fabbrica di Arvedi e Marcegaglia. La stretta finale e i dubbi dei lavoratori

Si va verso la stretta sulla vendita di Acciai speciali Terni. La prima fase, quella relativa alla conoscenza di tutta la documentazione aziendale, si è conclusa e , dopo la selezione  fatta dal consulente finanziario Jp Morgan, restano quattro i gruppi interessati all’acquisto del sito ternano.  Dopo le anticipazioni del quotidiano Milano Finanza sarebbero due player stranieri ( Posco e Baosteel) e due italiani ( Arvedi e Marcegaglia). Quindi un gruppo cinese, uno coreano e due competitor italiani che, tra l’altro, sono entrambi clienti di Ast. Naturalmente l’attenzione è rivolta anche al resto d’Europa con un’occhi attento alle scelte di Bruxelles sulle nuove tecnologie in materia di salvaguardia ambientale. Infatti, nascerà in Svezia la prima acciaieria “green”, con impianto a emissione zero che dovrebbe entrare sul mercato già nel 2024 e tra i suoi partner finanziari e industriali c’è il gruppo Marcegaglia. L’obiettivo è di arrivare a produrre fino a 5 milioni di tonnellate di acciaio entro il 2030 e il gruppo Marcegaglia  comparteciperà all’iniziativa non solo come partner finanziario, ma anche in qualità di partner industriale strategico sia in ambito produttivo sia in ambito commerciale. Gli impianti saranno collocati nella regione di Boden-Lulea, che già ospita un buon numero di realtà leader e istituti di ricerca nell’ambito della metallurgia e del mining. Si tratta della prima acciaieria  industriale al mondo a idrogeno verde che produrrà tonnellate di acciaio senza CO2. La scelta quindi, quella sulla vendita di Ast, dovrà essere fatta con molta attenzione tenendo conto dei piani produttivi proposti, l’innovazione tecnologica pensata, gli investimenti concretamente previsti e, naturalmente, la salvaguardia dei livelli occupazionali. Una scelta che sicuramente terrà conto del miglior prezzo (non meno di 700 milioni di euro) ma anche delle potenzialità dell’acquirente e della volontà di non togliere quote di mercato. E’ in gioco, infatti, il futuro delle acciaierie di Terni dentro uno scenario europeo e mondiale che sta cambiando profondamente. Sullo sfondo resta sempre la cosiddetta “via italiana”, quella dell’acciaio ” di Stato”, in compartecipazione con i privati, per non correre il rischio di ritrovarsi nelle mani di gruppi asiatici. Saranno settimane cruciali le prossime in quanto si darà inizio alla seconda fase, quella delle visite allo stabilimento di Terni da parte dei quattro gruppi interessati all’acquisto.  Ad iniziare il tour saranno proprio gli italiani  Arvedi e Marcegaglia, attesi già in questa settimana. Coreani e cinesi, invece, arriveranno un pò più tardi. La sensazione è che siamo ormai alla stretta finale con tanti dubbi e preoccupazione da parte dei lavoratori e delle relative rappresentanze sindacali.