Vaccini vietato sgarrare, Figliuolo scrive alle Regioni. Preoccupano le varianti: autunno nuova vaccinazione ?

D’ora in poi alle Regioni non sarà più consentito sgarrare: dovranno dare precedenza assoluta  agli over 80, alle categorie fragili e a sanitari e parasanitari.  Lo scrive il generale Francesco Paolo Figliuolo,  la vaccinazione deve rispettare il seguente ordine di priorità: over 80, persone con elevata fragilità e, ove previsto, familiari conviventi, caregiver, genitori, tutori, affidatari. Poi le altre fasce di età: chi ha tra i 70 e i 79 anni e, a seguire, tra i 60 e i 69 anni, utilizzando prevalentemente vaccini AstraZeneca. Per chi non rientra nelle categorie che hanno la precedenza viene precisato che le persone che hanno già ricevuto una prima somministrazione potranno completare il ciclo vaccinale col medesimo vaccino. Per fare un esempio se un insegnante ha già ricevuto la prima dose del vaccino potrà fare il richiamo, ma se non l’ha ricevuta dovrà passare in coda alle liste. Del resto è stato lo stesso Mario Draghi, due giorni fa, a ribadire con determinazione che ” prima vacciniamo chi è più a rischio di decesso prima usciremo dalla pandemia”.  Una vera e propria tirata di orecchie alle Regioni, compresa l’Umbria, visto che ad oggi quasi 2,5 milioni di dosi sono state somministrate a categorie di soggetti non ben definite. Il governo del resto vuole accelerare dopo la disorganizzazione di queste settimane che si è registrata in tante parti d’Italia, ad iniziare dall’Umbria. Anche perché, intanto, la comparsa di nuove varianti del virus potrebbe rendere necessaria una nuova campagna di vaccinazione in autunno. Lo indicano gli esperti, di fronte al rischio che il virus continui a mutare. ” Non si può escludere che fra ottobre e novembre sia necessario un nuovo ciclo di vaccinazioni”, dice il genetista Massimo Zollo, coordinatore della Task force Covid-19 del Ceinge-Biotecnologie avanzate. Per questo il prossimo passo da compiere è quello di ” testare la varianti note con nuovi vaccini”. Ma per farlo serve un programma massiccio di sequenziamento. In questo contesto in cui la vaccinazione va a rilento è necessario monitorare la prevalenza delle varianti note e quelle emergenti per valutare la necessità di ridisegnare i vaccini. E’ questo anche il pensiero del virologo Francesco Broccolo, dell’Università Milano Bicocca e direttore del laboratorio Cerba di Milano.