Don Vincenzo lascia il carcere di Spoleto e va ai domiciliari nella struttura di recupero per preti

Si è fatto due mesi di carcere a Spoleto Don Vincenzo Esposito, il sacerdote di San Feliciano sul Trasimeno, arrestato i primi giorni di agosto con la pesante accusa di prostituzione minorile. Don Vincenzo, secondo l’accusa della Procura, avrebbe fatto sesso in chat con quattro minorenni siciliani. Dopo due mesi di carcere, il sacerdote ha ottenuto gli arresti domiciliari, con braccialetto elettronico, da passare in una struttura che si occupa del recupero di sacerdoti con problemi seri. Dal carcere spoletino sarà portato a ” Villa S. Cuore” Bisacchi, nel comune di Città di Castello. Una struttura, di proprietà della diocesi,  che prenderà in consegna don Vicenzo, così come ha fatto in passato con altri preti, non solo umbri, coinvolti in episodi simili. La decisione è stata presa dal Gip del Tribunale di Palermo considerando che ” la custodia cautelare in carcere sia solo l’extrema ratio” e la ” misura dei domiciliari con braccialetto elettronico in una struttura di recupero di sacerdoti con problemi psicologici sembra poter garantire, salvo prova contraria, quelle esigenze di controllo e sorveglianza dell’indagato”. Don Vincenzo non potrà utilizzare qualsiasi apparecchio telefonico o telematico che gli permetta di parlare con persone esterne a “Villa S.Cuore”. Quindi, per lui nessun contatto esterno è autorizzato dal giudice. Se non rispetterà gli obblighi imposti dal Gip tornerà in carcere.