70 anni Costituzione, a Foligno concerto multimediale in prima assoluta

FOLIGNO – Dedicato ai 70 anni della Costituzione italiana, “L’aria della Libertà” sarà in prima assoluta a Foligno dopo una conferenza di presentazione alla Biblioteca del Senato. Un concerto multimediale dove gli scritti e le foto che Piero Calamandrei scattava all’Italia dei paesaggi e dell’arte, si oppongono all’oscurità del fascismo. Voce narrante in scena, in via straordinaria, lo storico dell’arte Tomaso Montanari autore dello spettacolo insieme al regista Nino Criscenti.

Novanta minuti filati. Il dialogo intreccia parole, musica, immagini per dare vita alle pagine di un racconto, e di un album fotografico, densi di passione e impegno civile. Sullo sfondo l’Italia del Ventennio, quella degli anni Trenta e poi della guerra su cui si proietta la ricerca di chi immaginava di trovare nel paesaggio, nella cultura e nell’arte, una via d’uscita a quegli anni bui. Ad immaginarlo era Piero Calamandrei, uno dei padri della Costituzione italiana.

Nato da un’idea e poi dalla scrittura del regista Nino Criscenti e di Tomaso Montanari storico dell’arte narratore in via del tutto ececzionale in scena, “L’aria della Libertà. L’Italia di Piero Calamandrei” è un concerto multimediale dedicato ai 70° anniversario della Costituzione italiana che giumgerà in prima nazionale a Foligno domenica 7 maggio, ore 17, Auditorium San Domenico.

L’evento, perché di questo si tratta, appuntamento degli Amici della Musica di Foligno che lo hanno coprodutto insieme all’Accademia Filarmonica Romana e alla Fondazione Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano, ha cominciato a far parlare di sé prima ancora del debutto folignate. “L’Aria della Libertà” sarà infatti al centro di una conferenza alla Biblioteca del Senato, dove a parlarne il 4 maggio saranno grandi personalità del panorama culturale italiano, lo storico Lucio Villari e il senatore Sergio Zavoli.

“Sulla scena – racconta Nino Criscenti – quattro musicisti, pianoforte, violino, violoncello, clarinetto. Accanto ai musicisti un narratore. Sul fondo un grande schermo col bianco e nero di fotografie e cinegiornali d’epoca. Si raccontano le passeggiate domenicali di un gruppo di amici nell’Italia degli anni Trenta. Una piccola storia, può sembrare. Ma a guardarci dentro si scopre un legame con la grande storia di quel periodo. Lo capiamo dalle parole con cui racconta quelle passeggiate Piero Calamandrei che ne era l’ideatore: «In quegli anni pesanti e grigi, quando sempre più si sentiva approssimarsi l’ombra della catastrofe e l’oppressione fascista si faceva ogni dì più pesante, non potendo sopportare l’afa mortale delle città piene di falso tripudio, fuggivamo ogni domenica a respirare su per i monti l’aria della libertà, a consolarci tra noi coll’amicizia e a ricercare il vero volto della patria. Si partiva il sabato sera da Firenze… Incaricato di programmi e itinerari ero io.»

Così inizia il racconto, intimo, struggente, pieno di passione, tratto da lettere, scritti e dal diario di Calamandrei, e dalle foto che scandiscono la narrazione, scatti di quelle gite che quasi ogni domeni-ca, dal 1935 fino allo scoppio della guerra, Calamandrei faceva con quegli amici tra cui si ritrovano alcuni dei maggiori esponenti dell’antifascismo e della cultura italiana del Novecento: Luigi Russo, Pietro Pancrazi, Alessandro Levi, Guido Calogero, Attilio Momigliano, talvolta Benedetto Croce, Franco Antonicelli e Leone Ginzburg. Era un Calamandrei privato, non il giurista ufficiale Poi c’è la musica, quella dei più grandi capolavori del tempo, non un accompagnamento, piuttosto un intervento che nasce dalla parola, che non interrompe ma sottolinea, amplifica il racconto. Così arrivano le musche di Casella, Castelnuovo-Tedesco, Hindemith, Messiaen, Šostakovič, Stravinskij affidate a Luca Cipriano clarinetto, Francesco Peverini violino Valeriano Taddeo violoncello, Marco Scolastra pianoforte.

«Si sceglievano piccole città e paesi fuori di mano, dove ci fosse qualche attrattiva artistica o storica, qualche villa monumentale o qualche abbazia o resto archeologico, qualche pittura da scoprire… Ma questi non erano estetismi turistici da “amici dei monumenti”: c’era più profondo il desiderio di ritrovare, in quelle testimonianze domenicali, una tradizione di civiltà, della quale ciascuno di noi, durante la settimana, aveva creduto, nei momenti di maggior scoramento, di avere smarrito il senso… Per molti anni, dal 1935 fino alla guerra, le nostre passeggiate domenicali ci dettero l’illusione di un ritorno per qualche ora dalla barbarie alla civiltà».

Sono ancora le parole che Tomaso Montanari/Calamandrei, porterà al pubblico in una sintesi reale e scenica delle indiscusse protagoniste dell’”Aria della Libertà”: l’arte e la cultura intese nel loro valore civile, politico nel senso più alto del termine. Al punto poi di entrare poi nell’articolo 9 della Co-stituzione, quello che accoglie tra i principi fondamentali la “tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione”.

“Quando Nino Criscenti – un protagonista della storia della Rai: regista, giornalista e molte altre cose – mi propose di scrivere insieme a lui, ma anche di essere voce narrante del rapporto tra Piero Calamandrei e il territorio italiano rimasi di sasso – racconta Montanari –… Mi spiegava Nino che nell’Archivio Calamandrei – conservato nella Biblioteca Civica di Montepulciano – esiste un grande album, con le foto che Piero ha scattato durante quelle indimenticabili, struggenti gite. E quelle immagini si potevano ricucire alle parole che Piero aveva disseminato in lettere e scritti vari, e poi a quelle che, a partire dal primo aprile 1939, annota nel suo diario. Cominciai a capire: quell’unità si poteva ricomporre, nel tipico lavoro dello storico dell’arte.”

Verso la fine del racconto le parole, gli incontri, le emozioni di quelle passeggiate si fanno sempre più vivi, attuali: sono il programma sentimentale e politico di un’Italia che è ancora possibile. «L’Italia ha ancora qualcosa da dire» gridò Piero Calamandrei nel 1944 riaprendo da rettore l’Università di Firenze. Quell’aria della libertà può permetterci di respirare ancora: di immaginare un futuro diverso, un futuro semplicemente, profondamente umano. E “L’Italia – scrive oggi Montanari – ha ancora qualcosa da fare nel 2017 – attuarlo, quell’articolo 9 della sua Costituzione: «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione». Chissà che l’aria della libertà che appassionava Piero Calamandrei non ce ne faccia venire, finalmente, la voglia.”

Dopo la prima di Foligno, il concerto sarà il giorno dopo, 8 maggio, al Teatro Olimpico di Roma da cui partirà per altre città italiane

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.