Agricoltura, le preoccupazioni di Coldiretti: “Noi a rischio con Trump”

PERUGIA – In cinque anni dal 2010 al 2015, l’export agroalimentare umbro negli Stati Uniti è cresciuto del 67 per cento: è quanto emerge da un’analisi della Coldiretti Umbria su dati Istat, in riferimento ai possibili effetti della nuova politica potenzialmente più protezionistica del neo-presidente Usa, Donald Trump. Per l’export agroalimentare ‘Made in Umbria’ – secondo Coldiretti – gli States valevano nel 2010 poco più di 47 milioni di euro, mentre nel 2015 poco più di 79 milioni (il 21% circa del valore di tutto l’export regionale verso quel paese): tra i prodotti più gettonati, oli e grassi, vino e altre bevande, prodotti da forno e farinacei e altri prodotti alimentari. La bilancia commerciale agroalimentare – sottolinea Coldiretti – è fortemente sbilanciata a favore dell’Umbria, con le esportazioni che superano nettamente le importazioni.

Numeri e qualità che vanno ora difesi – rileva Coldiretti in una nota – rispetto ai rischi legati a una possibile stretta sulle importazioni ma anche rispetto alla eventuale revisione degli accordi commerciali, come il Ttip. In questo contesto – continua Coldiretti – con il rischio di chiusura delle frontiere si pone un evidente problema di proliferazione sul mercato statunitense del fenomeno dell”Italian sounding’ (finti prodotti italiani dell’agroalimentare, ndr), che vale già 20 miliardi di euro, secondo Coldiretti. Il Made in Italy tarocco a stelle e strisce – conclude Coldiretti – colpisce tutti i comparti dell’export tricolore, dai pomodori all’olio d’oliva fino ai salumi.

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