Bravi (Cgil): “Il liberismo in salsa renziana non serve all’Umbria”

“La crisi italiana è una crisi di struttura, servirebbero politiche pubbliche per lo sviluppo e il lavoro. Che questo sia il dato prevalente lo dimostra l’Umbria, dove salari più bassi del 6% rispetto alla media nazionale non hanno impedito e non impediscono alla nostra Regione di imbarcare ancora di più l’acqua di una crisi economica e sociale devastante”. Lo sostiene il segretario regionale della Cgil, mario Bravi, secondo cui “non serve, come pretende Renzi, abbassare tutele e diritti (già scarsi), non serve libertà totale di licenziamento, portando alla Bce e alla Troika lo scalpo dell’articolo 18”.

Bravi sostiene che “l’Umbria con i suoi 51.000 disoccupati, con le 165 vertenze aperte, con 13.000 cassa integrati in deroga che da 9 mesi non vedono 1 euro pretende più politiche industriali e per il lavoro, per questo pensiamo che occorre costruire un piano del lavoro per l’Umbria contrastando le politiche dell’austerità a senso unico, di cui Renzi si fa portavoce in Italia”.

“Per questo – aggiunge il segretario della Cgil – invitiamo tutti gli umbri a firmare per realizzare un referendum contro le politiche dell’austerità. Ricordiamo che il termine per la raccolta delle firme scadrà il 25 settembre”.

Il Direttivo Regionale della Cgil dell’Umbria che si è svolto il 18 settembre ha deciso di costruire e di sostenere un’ampia campagna di mobilitazione, la più unitaria possibile, coinvolgendo – dice ancora Bravi – Cisl e Uil e i lavoratori per impedire il disegno autoritario e antisociale che il Governo cerca di imporre. Per questo sosterremo la mobilitazione unitaria dei pensionati, le iniziative della Fiom e la manifestazione unitaria indetta dai sindacati del pubblico impiego per l’8 novembre”.

“In questo quadro – conclude Bravi – anche la vertenza Umbria deve portare ad uno sciopero generale della nostra Regione nell’autunno, per impedire la deindustrializzazione, per costruire un piano del lavoro e per bloccare l’attacco ai diritti del mondo del lavoro che il Governo Renzi sta sviluppando in maniera inaccettabile”.

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