Caccia, al via nell’Atc2 il ripopolamento della lepre

FOLIGNO – Continuano le novità dell’Ambito territoriale di caccia Perugia 2 (Atc Pg2). Dopo la recente inaugurazione della nuova sede di via dei Mille 37, a Foligno, sta iniziando in questi giorni la distribuzione dei riproduttori della specie lepre per il ripopolamento del territorio a caccia programmata. “L’Atc Pg2 – ha spiegato il presidente dell’ente Luciano Calabresi – ha stretto delle convenzioni con allevatori locali i quali, a fronte di una produzione limitata, possono mettere a disposizione soggetti di eccellente qualità. D’altra parte, così offriamo a queste piccole aziende del territorio un reddito supplementare, non essendo generalmente quella delle lepri la loro principale attività agricola. Già questo sarebbe sufficiente a giustificare la bontà dell’iniziativa”. “Nell’interesse dei cacciatori – ha aggiunto Calabresi –, chiediamo a queste aziende di rispettare un protocollo preparato dai nostri tecnici faunistici, mirato ad avere riproduttori idonei al rilascio sul territorio”. Il protocollo prevede che le lepri siano allevate a terra per il periodo necessario, che i recinti abbiano caratteristiche e dimensioni adeguate e che la densità d’allevamento si mantenga su valori biologicamente accettabili. Tale meccanismo dovrebbe permettere all’Atc Pg2 di seguire le metodologie d’allevamento, essere informato sui trattamenti sanitari effettuati, monitorare costantemente lo stato di salute degli animali e verificarne la rusticità. “La politica di rivolgerci a fornitori locali – ha commentato Calabresi – alimenta l’economia dello stesso territorio in gestione e si contrappone all’importazione di soggetti dall’estero di dubbie origine e qualità, potenziali portatori di patologie estranee alla fauna locale, difficilmente adattabili ad ambienti e climi così diversi da quelli di provenienza e con elevati tassi di mortalità durante e dopo il trasporto”.

Altra novità introdotta è stata quella che lo stesso personale dell’Atc Pg2 si è potuto recare direttamente dagli allevatori per scegliere i futuri riproduttori già da fine primavera, marcando ciascun esemplare con un microchip del tutto simile a quelli utilizzati per i cani. “Questa iniziativa – ha detto Calabresi –, che ci ha richiesto un impegno notevole, è forse unica in Italia e, almeno in Umbria, rivoluziona l’approccio verso il ripopolamento di selvaggina. Infatti, ha permesso un monitoraggio continuo, durante la cattività, degli animali destinati all’Atc e nei prossimi mesi darà anche la possibilità di raccogliere informazioni biologiche e venatorie sulle lepri rilasciate”. Le prime lepri con microchip sono state consegnate ai cacciatori. “Questi – ha concluso presidente Calabresi – hanno mostrato di aver accolto con entusiasmo il nostro progetto. Rimaniamo comunque con i piedi ben saldi a terra, ma ciò rafforza l’idea di essere sulla strada giusta”.

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