Cesare Carini eletto nuovo segretario del Partito socialista

PERUGIA – Cesare Carini, 38 anni, avvocato, è il nuovo segretario regionale del Psi dell’Umbria. Lo ha deciso il congresso regionale del Partito socialista dedicato all’”Umbria che vorrei” riunito al Park hotel di Perugia giovedì 1 giugno. Carini, unico candidato, ha preso il testimone dalle mani del consigliere regionale Silvano Rometti, già membro della segreteria nazionale. “Dobbiamo fare un passo avanti, con nuove energie – ha detto lo stesso Rometti –. E questo congresso è un’occasione non solo per fare il punto sulla nostra organizzazione, ma anche per parlare di Umbria, dopo 10 anni di crisi. Un’occasione quindi per sottolineare i punti di forza della regione, a partire da quelle 300 aziende di meccanica di precisione, elettromeccanica, chimica, export e ovviamente agroalimentare che trainano la nostra economia”. “Il nostro progetto – ha proseguito Rometti – riguarda anche le riforme della Regione: dobbiamo continuare a semplificare l’Umbria, con la dimensione regionale che va adottata per tutti i servizi. Lo abbiamo fatto per i trasporti, per la gestione forestale, ora dobbiamo farlo per l’acqua e i rifiuti. Proporremo anche un’agenzia regionale della viabilità, uno dei punti critici in questo momento, perché le competenze sono divise tra Regione, Province e Comuni e nessuno ha risorse sufficienti: dobbiamo quindi unirci, metterci insieme per la manutenzione stradale. Tutto questo senza dimenticare chi ha vissuto di più la crisi”. “L’Umbria che vorremmo – ha ribadito l’assessore regionale alle Infrastrutture Giuseppe Chianella – è un’Umbria che possa rispondere alla fasce sociali che oggi hanno bisogno più di ieri di essere sostenute. Un’Umbria che oggi è più avanti di 10 anni fa sulle infrastrutture e che su questa direttrice deve proseguire come strumento di sviluppo per la regione. Ma sempre attenti ad ambiente, cultura e tradizioni del nostro territorio. Siamo certi che queste nostre indicazioni siano utili per la coalizione di centrosinistra, ma anche per tutta la politica umbra”. “Manterremo la tradizione socialista – ha sostenuto il neo segretario Cesare Carini – e le daremo una nuova prospettiva, noi che possiamo sottolineare di essere presenti in Regione, nelle due Province e in tanti Comuni dell’Umbria”.

Il congresso regionale è stato allora l’occasione non solo per discutere dei diversi documenti redatti dalle commissioni del partito, ma soprattutto per proporsi “quale punto di riferimento per un progetto riformista, civico e popolare – si legge nell’ordine del giorno del congresso – all’interno di una coalizione di centrosinistra plurale, che non può essere rappresentata nella nostra regione esclusivamente dal Pd. Per quanto sopra, si esprime ferma contrarietà alle velleità, più volte manifestatesi in questi ultimi tempi a vari livelli, di autosufficienza da parte del Pd, che rischiano di consegnare alle opposizioni molte istituzioni umbre. Il Psi  intende contrastare ogni forma di trasformismo politico, escludendo fin d’ora coalizioni in cui siano presenti in altra veste esponenti che abbiano tradito il mandato ricevuto dai nostri elettori”.

Da qui, gli altri punti all’ordine del giorno che parlano di crescita e sviluppo, investendo “sulle aziende virtuose” di cui ha parlato Rometti, con occhio anche al rilancio della manifattura e dell’artigianato “evitando la progressiva terziarizzazione della nostra economia, sostenendo l’internazionalizzazione e l’export delle nostre imprese”. “Accelerare la fase della ricostruzione anche economica delle aree terremotate della Valnerina a partire dal ripristino dei servizi fondamentali della comunità” è un’altra priorità per il Partito socialista come “rafforzare le misure contro la povertà e le disuguaglianze sociali” e “favorire tutte le iniziative soprattutto giovanili, che si pongono l’obiettivo di valorizzare il nostro territorio, le nostre bellezze, la nostra cultura e che si rivolgono alle produzioni di qualità rafforzando al contempo l’attrattività turistica dell’Umbria”. Infine, per il Psi, è necessario “investire sui collegamenti (anche telematici) per rendere la regione più aperta e maggiormente connessa alle principali città italiane ed europee” oltre ad andare avanti nel processo di riforma degli assetti istituzionali, con particolare riferimento al ruolo degli enti provinciali che, alla luce del referendum del 4 dicembre, rimangono istituzioni di rango costituzionale, e le aziende di servizi, per cui è da preferire una dimensione regionale delle aziende erogatrici e abbandonare l’idea della macroregione che porrebbe l’Umbria in una situazione di marginalità, favorendo invece tutte le collaborazioni con le aree territoriali limitrofe”.

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