Città di Castello, L’associazione Altotevere contro il cancro dona un’apparecchiatura per endourologia all’ospedale tifernate

CITTA’ DI CASTELLO – L’associazione AACC (Associazione Altotevere Contro il Cancro) ha recentemente donato all’Unità Operativa Urologia dell’Ospedale di Città di Castello un’apparecchiatura per endourologia che consiste in sistema video dotato di una particolare fonte luminosa ad ultravioletti e una particolare ottica che, previa somministrazione endovenosa di Acido 5-Aminolevulinico, determina sulla mucosa vescicale aree di diverso colore (azione fotodinamica) in relazione alla possibile presenza di cellule tumorali. In tal modo è possibile indirizzare la resezione del tessuto in maniera mirata. Tale sistema è utile soprattutto nel follow-up del tumore vescicale per evidenziare zone altrimenti poco distinguibili dalla mucosa normale.

Oggi alla presentazione ufficiale sono intervenuti Andrea Casciari Direttore Generale USL Umbria 1, Italo Cesarotti Presidente Associazione Altotevere Contro il Cancro e rappresentante della Fondazione Cassa di Risparmio di Città di Castello, Luciano Bacoccoli Dirigente Unicredit, Daniela Belsoli Vicepresidente Associazione Altotevere Contro il Cancro, Silvio Pasqui Direttore Sanitario Ospedale di Città di Castello e Filippo Balloni Direttore SC Aziendale di Urologia USL Umbria 1.

«Questa apparecchiatura – ha dichiarato Andrea Casciari – permette alla Struttura Complessa Aziendale di fare un consistente passo in avanti nelle attività di urologia e nelle performance della nostra azienda. Grazie di cuore a questa “triade” formata da associazione AACC, Fondazione e Unicredit: voi siete un grande valore aggiunto per la sanità soprattutto in anni difficili come questi: lo scorso anno la Regione ha dovuto bloccare gli investimenti per poter garantire a tutti le cure per l’epatite C. Meglio il 2017 con la ripresa di un programma intenso di acquisti, diversi milioni di euro, sempre valutando attentamente le giuste priorità. L’Ospedale di Città di Castello è ai massimi livelli in Umbria, con un programma denso di innovazioni che vedrete anche nei prossimi mesi».

«Grazie all’associazionismo i nostri ospedali mantengono il passo e possono proporre gli ultimi ritrovati tecnologici ai pazienti. Questo che presentiamo – ha spiegato il dottor Filippo Balloni – non è altro che un sistema video, dotato di monitor 36 pollici, di una centralina, di una micro telecamera applicata su un resettore per vedere che succede dentro la vescica: in pratica potrebbe essere un sistema multidisciplinare, in ginecologia, ortopedia, ecc. Accanto a questo ho pensato di far inserire un valore aggiunto, il sistema fotodinamico: questa centralina è dotata di un sistema a luce bianca che può essere convertito a luce ultravioletta. La luce ultravioletta con l’utilizzo di Acido 5-Aminolevulinico che acquisisce fluoroescenza, fa vedere aspetti che la luce bianca non fa vedere. L’esempio è la formazione tumorale all’interno della vescica e il successivo controllo delle eventuali recidive. Questo acido costa molto, 470 euro a fiala e quindi dobbiamo gestire la tecnologia con attenzione e la procedura dovrà essere indirizzata ai casi più particolari».

I dati relativi alle resezioni vescicali per neoplasia (TURB) nell’anno 2016 possono essere così riassunti negli ospedali dell’USL Umbria 1: a Città di Castello circa 100 resezioni, a Gubbio-Gualdo circa 70 resezioni, 20 a Pantalla e circa 20 a Castiglione del Lago. «Di queste un buon 30% sono rappresentate da Neoplasie di “alto grado” e quindi meritevoli di un “second look” a distanza di quattro/sei settimane dalla prima resezione. È a questo livello che può entrare in gioco l’endoscopia “fotodinamica” che permette di evidenziare quelle ulteriori aree sospette su cui “mirare” la nuova resezione».

«Ci siamo attivati subito dopo la richiesta del dottor Balloni – ha detto Italo Cesarotti in qualità di presidente della Fondazione – rivolta anche congiuntamente alla AACC. Il primo preventivo era molto elevato e quindi l’ostacolo era grosso: la Fondazione CariCast ha subito stanziato 20.000 euro e dopo opportune limature e aggiustamenti siamo arrivati al costo attuale che consiste in una spesa di 36.000 euro IVA compresa. Poi abbiamo trovato un partner in Unicredit con il “Progetto il mio Dono” che è un concorso fra tante associazioni di volontariato come noi di AACC». La somma totale di 36.000 euro è stata quindi ripartita così: 20.000 la Fondazione, 9.000 l’AACC e 7.000 Unicredit.

Luciano Bacoccoli ha infine spiegato il meccanismo del concorso “Progetto il mio Dono” di Unicredit, spiegando l’importanza dei legami con il territorio umbro. Il 2 per mille di ogni acquisto fatto con la carta di credito va a costituire un fondo a livello nazionale che poi viene ripartito in base all’importanza e all’interesse per la collettività.

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