Città di Castello, quarant’anni di attività alla Galleria Amadei

CITTA’ DI CASTELLO –  La Galleria delle Arti di Luigi Amadei compie quarant’anni. Un anniversario festeggiato anche dal sindaco Luciano Bacchetta e dal vice Michele Bettarelli, titolare della delega alla Cultura, che hanno ricevuto in Comune il titolare. “Si tratta di un traguardo importante e significativo per tutta la città – hanno detto Bacchetta e Bettarelli – spesso al centro di iniziative e manifestazioni di carattere nazionale ed internazionale grazie alla competenza, alla passione e alla lungimiranza con cui Luigi Amadei ha portato avanti la sua attività di gallerista e cultore delle arti visive, diventando spesso il punto di riferimento di grandi artisti. Negli ultimi decenni infatti l’attività non si è limitata al proprio ambito di interesse ma ha spesso fornito spunti e suggerimenti preziosi alle istituzioni, per cercare di elaborare progetti sinergici e condivisi in ambito extra-territoriale anche sul versante dell’offerta turistica in grado di dare maggiore forza e penetrazione ai nostri territori in termine di immagine e promozione”.

Il quarantennale si sta celebrando in questi giorni con una importante rassegna di diversi e quotati artisti. “La galleria è un luogo caro ai tifernati e non solo, ai tanti turisti e visitatori, che transitando per Via Albizzini, hanno fatto tappa nel corso di questi anni alla Galleria delle Arti per ammirare le numerose esposizioni, monografiche, antologiche e collettive firmate dai più grandi artisti contemporanei, ricevendo sempre una puntuale e forbita descrizione di ogni evento anche a coloro che per la prima volta si avvicinavano a questo genere di espressioni artistiche.” Nel corso di un cordiale incontro che si è svolto presso la residenza municipale, Bacchetta e Bettarelli hanno sottolineato inoltre l’attaccamento e senso di appartenenza alla città dimostrato da Luigi Amadei in diverse occasioni, come qualche anno fa quando ha donato al comune di Città di Castello una tavola realizzata da Elia Volpi (“In galleria” nel cui titolo affiora un gioco di specchi) appartenente alla collezione privata dello stesso gallerista, compiendo un nobile gesto che ha garantito alla Pinacoteca di riappropriarsi di una preziosa testimonianza del mecenate, antiquario ed artista”.

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