Comune unico nella fascia appenninica, i sindaci prendono tempo

SCHEGGIA E PASCELUPO – Unirsi sì, ma senza fretta. I sindaci di Sigillo, Costacciaro e Scheggia (assente Fossato, ndr) hanno lanciato questo messaggio dall’assemblea organizzata dalla Cgil a Scheggia per aprire una discussione sull’eventuale creazione di un comune unico per la fascia appenninica. “E’ importante che una discussione e un dibattito esistenti vengano fuori alla luce del sole”, ha detto Alessandro Piergentili, responsabile Cgil dell’Alta Umbria, introducendo i lavori. “Vogliamo avviare un confronto per capire se il tempo è maturo, per trovare un modo di far fronte ad una caduta del reddito che sta coinvolgendo tutto il comprensorio”.

E che il tempo non è maturo, nonostante la sala piena, lo ha detto il sindaco di Scheggia, Fabio Vergari. “C’è ancora aperta una questione di identità tra comuni che, fondendosi, arriverebbero a 8mila abitanti ma che avrebbero comunque un territorio sviluppato su una direttrice di cinquanta chilometri. Bene il confronto – ha detto Vergari – ma tra persone che conoscono i problemi”. Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di Sigillo, Riccardo Coletti. “Sono d’accordo dal punto di vista generale – ha detto – le normative ci porteranno a questo e stanno diminuendo le spinte campanilistiche. Serve però ancora del tempo”. “Il comune unico – ha detto il primo cittadino di Costacciaro – dovrà essere la ratifica di processo di unione precedente, non una fusione a freddo”.

“La fusione dei comuni – ha detto il consigliere regionale Andrea Smacchi – dove si realizza, comporta vantaggi economici per il nuovo ente come la possibilità di sforare il Patto di stabilità per cinque anni. Questo però non è sufficiente, e’ fondamentale prima creare le condizioni per avviare la trasformazione. Serve un progetto identitario in cui i cittadini possano credere, che potrà partire dal programma delle Aree interne”.

Ha raccolto la sfida l’assessore alle Riforme, Antonio Bartolini, che ha invitato tutti i sindaci a dopo l’epifania per un incontro in Regione che acceleri il processo delle aree interne. “La Regione farà il suo – ha detto Bartolini – magari aggiungendo strumenti come zone a burocrazia zero”. Hanno concluso i lavori Gianni Monte, sindacalista emiliano, che ha raccontato l’esperienza della Regione e Filippo Ciavaglia, segretario provinciale Cgil.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.