Cooperative, Andrea Fora presidente dell’Alleanza

PERUGIA – È il 43enne perugino Andrea Fora, già alla guida di Confcooperative Umbria, il nuovo presidente dell’Alleanza delle cooperative italiane (Aci) dell’Umbria, l’organismo in fase di definizione, nato nel febbraio 2014, che, nelle intenzioni dei promotori, dovrà assorbire tutte le realtà cooperative a partire dalle tre principali centrali: Confcooperative, Legacoop e Agci. A eleggerlo all’unanimità è stata l’assemblea annuale di Aci Umbria che si è svolta  a Perugia. All’incontro, oltre ai rappresentanti di decine di cooperative della regione, sono intervenuti Dino Ricci, presidente uscente di Aci Umbria e presidente di  Legacoop Umbria, Gabriele Nardini, copresidente regionale dell’Alleanza e presidente di Agci Umbria, e i copresidenti di Aci Mauro Lusetti, presidente di Legacoop, e Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative.

“Ci aspetta un futuro impegnativo ma ambizioso – ha dichiarato Fora –. Di cooperazione, oggi, hanno bisogno le nostre comunità e, soprattutto, i giovani. Le cooperative, infatti, non sono una proprietà individuale ma il frutto del lavoro di generazioni che proseguirà anche dopo di noi. Questo nostro impegno è per chi cerca lavoro e non lo trova, per chi non ha capitali da investire ma vuole costruire una propria risposta, per gli enti locali che non ce la fanno a mantenere i servizi, per coloro che producono prodotti agroalimentari e non riescono a stare nel mercato. La cooperazione è una speranza che consegniamo alle nuove generazioni le quali non capirebbero perché ci si debba ancora dividere per ‘colore’”.

Attualmente, sono 453 le cooperative aderenti ad Aci Umbria con un valore complessivo della produzione di oltre 5,5 miliardi di euro, 21.897 occupati e 619mila soci. La maggiore impresa umbra per valore della produzione è proprio una cooperativa e le cooperative umbre che fanno parte di Aci rappresentano il 50 per cento della distribuzione commerciale, il 90 per cento della produzione di latte, 45 per cento di quella di tabacco, 40 per cento di vino e 35 per cento di cereali. Nella cooperazione sociale operano 6mila addetti, tra cui 600 soggetti svantaggiati, mentre 50mila sono gli utenti assistiti. Di questi, più di mille sono i bambini che usufruiscono dei servizi nido cooperativi. Nel periodo della crisi, tra il 2008 e il 2015, le tre bcc umbre hanno incrementato la raccolta del 28 per cento tra i soci e del 15 per cento quella complessiva, mentre gli impieghi verso famiglie e imprese sono aumentati del 24 per cento. “La cooperazione – ha detto Ricci – ha dimostrato la sua capacità di reggere e restare sul mercato, anche a costo di grandi sacrifici. Possiamo dare ancora molto per questo territorio. Cosa sarebbe l’Umbria se non ci fosse stata la cooperazione, con il suo enorme peso nell’economia locale? E questo è valido non solo nel campo del sociale”. “La cooperazione unita – ha aggiunto Fora – avrà una voce diversa e più decisa nei confronti della politica. Questa è una regione che ha grandi tradizioni di partecipazione ma che parla poco di cooperazione. La nostra sarà una voce propositiva ma che vuole incidere nelle scelte che dovranno essere fatte”. Prossimo obiettivo, come da programma, partire con la fase operativa già dal primo gennaio 2017. “La cooperazione – ha ricordato Lusetti –, nel panorama delle strutture di rappresentanza del Paese, è l’unica che ha un progetto strategico, reale e concreto, di unificazione. Abbiamo lavorato per avvicinare le nostre tre storie e a breve avvieremo la costruzione vera e propria dell’Alleanza nei territori e nei settori”. “Questa vuole e dovrà essere la casa di tutte le cooperative – ha sottolineato Gardini –, nessuna esclusa. Anche di quelle che fin’ora non hanno aderito a nessuna centrale”.

 

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