Doppia tassazione pensioni estere, Smacchi (Pd): “Basta silenzi e ritardi”

GUBBIO – “La convenzione tra l’Italia e il Lussemburgo sancita nel 1981  vieta le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio con il fine, da un lato, di prevenire le evasioni fiscali e dall’altro di rappresentare un importante strumento di politica internazionale tributaria volto ad evitare che uno stesso soggetto sia tassato due volte in due stati diversi”. Così il consigliere regionale Andrea Smacchi (Pd), che aggiunge:  “Dai controlli effettuati nel 2016 dalla Guardia di Finanza, su incarico dell’Agenzia delle Entrate di Perugia sui redditi non dichiarati nel modello, sono scattate delle pesanti sanzioni, pari al 120 per cento dell’imposta, a carico di questi soggetti che sono in particolare persone del comprensorio dell’alto Chiascio che negli anni 60 emigrarono in Lussemburgo”.

“Già a Dicembre dello scorso anno ho presentato un’interrogazione nella quale si chiedevano chiarimenti all’Assessore competente, il quale, pur sottolineando che la competenza di questa materia fosse a titolo esclusivo dello Stato, ha garantito che si sarebbe comunque attivato per una precisa e puntuale segnalazione sia presso l’Agenzia delle Entrate che presso il Ministero delle Finanze coinvolgendo i parlamentari umbri”.

“Nel mese di febbraio su questo tema” – prosegue Smacchi – “ho organizzato a Gubbio un affollatissimo incontro con tanti cittadini del comprensorio dell’Alto Chiascio interessati alla problematica, al quale ha partecipato l’allora Sottosegretario agli interni Gianpiero Bocci, al termine del quale si è preso l’impegno di portare sul tavolo del Governo nazionale la questione”.

“Ad oggi però la situazione è rimasta invariata e considerando anche il fatto che nel frattempo è mutata la compagine di Governo e quindi sono cambiati gli interlocutori presenti nel nostro territorio, chiedo che su tale situazione vengano il prima possibile riaccesi i riflettori della politica e dell’opinione pubblica più in generale.”

“E’ infatti doveroso fare chiarezza sulla esigibilità delle somme richieste alla luce dei diversi pareri discordanti che si sono susseguiti negli anni da parte dell’Inps, delle Commissioni Tributarie e delle Direzioni Regionali che non chiariscono la certezza o meno della norma”.

“Con questo proposito”- continua il Consigliere – ”stamattina ho presentato un’altra interrogazione sul tema, per conoscere quali azioni sono state poste in essere dopo l’ultimo dibattito in aula e capire se si è già avviata un’ interlocuzione con i nuovi rappresentanti umbri in Parlamento e con il nuovo Governo”.

“Le incertezze legislative non possono né devono ricadere sui cittadini” – prosegue Smacchi -“parliamo di somme da restituire che si aggirano intorno a 25-30mila euro annui, cifre importanti che stanno costringendo i pensionati a ricorrere a prestiti ad hoc per riuscire a pagare”.

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