Editoria, Smacchi (Pd): “Grave il licenziamento dei giornalisti, la legge sull’Editoria tutelerà il lavoro di professionisti e collaboratori”
PERUGIA – “La notizia dei licenziamenti di due giornalisti e dell’allontanamento di un terzo da due emittenti radiotelevisive regionali conferma l’urgenza e la necessità di inserire nella legge regionale sull’Editoria, alla quale si sta lavorando, paletti e vincoli che possano essere di tutela al lavoro dei giornalisti”. Così il consigliere regionale Andrea Smacchi (Pd) sul caso sollevato dall’Associazione stampa umbra relativamente al licenziamento di due giornalisti al quale non sono state versate le spettanze dovute e all’allontanamento di un terzo.
“Esprimo la piena solidarietà nei confronti dei lavoratori – dichiara Smacchi – soggetti a comportamenti molto gravi. In un caso, oltre al licenziamento, come riferisce l’Asu, non c’è stato il versamento neanche del Trattamento di fine rapporto da parte di una emittente che beneficia degli ammortizzatori sociali attraverso l’applicazione del contratto di solidarietà. Il tutto, senza convocare un tavolo sindacale”.
“E’ opportuno ricordare dunque – continua Smacchi – come Giunta e Assemblea legislativa, siano impegnate proprio in queste settimane, nella redazione di una legge regionale sull’Editoria, in grado di rilanciare il settore dell’informazione regionale, facendo fare ad esso un salto di qualità. E’ anche in questo quadro dunque che vanno tutelati i giornalisti, in un panorama regionale dell’informazione che si è rivelato troppo debole e poco strutturato sul fronte degli editori”.
“Uno strumento che sarà d’aiuto per i giornalisti – spiega Smacchi – è quello di prevedere, tra i requisiti degli interventi previsti dalla legge, la regolarità del pagamento degli stipendi al personale e dei relativi oneri, con il versamento dei contributi agli specifici istituti di previdenza; inoltre dovrebbe essere presa in considerazione l’idea che possa essere escluso dalle iniziative regionali anche chi si rende responsabile di comportamenti antisindacali, che ledono la dignità di professionisti e collaboratori”.